Fu tra la fine di marzo e i primi di maggio di 186 anni fa circa – 1823 -, quando avvenne in Sicilia un fatto straordinario. Due giovani architetti inglesi, Guglielmo Harris e Samuele Angell, venuti in Sicilia per studiare le antichità, a Selinunte, dopo sei mesi di scavi, scoprirono le famose metope del tempio che, una volta restaurate, intendevano spedire in Inghilterra. Si trattava di quelle metope che sono tra i più antichi monumenti della plastica greca. Ma “il decisivo intervento del governo e l’opera degli organi locali” evitarono che quei frammenti prendessero la via di Londra. Furono invece trasportati a Palermo e il Luogotenente Antonio Lucchesi Palli di Campofranco ordinò che fossero collocati nel nascente museo dell’università.
“Quanti amatori di belle arti non verranno a visitarli, e quale impulso non riavrà l’industria nazionale ed il nostro commercio dalla continua presenza di molti forestieri!”.
Certamente sono idee che stanno all’avanguardia per una promozione culturale della Sicilia, il suo sviluppo turistico e la nascita di nuovi strumenti per i giovani, oltre che per una conveniente funzione dei nostri BB.CC.
Il principe di Campofranco, Antonio Lucchesi Palli, due secoli fa, scriveva propositi e programmi per lo sviluppo ideale dell’Isola, che oggi tanti politici e studiosi vogliono far passare per geniali, attuali e di loro invenzione.
Era nato a Palermo il 17 maggio 1781 e si gloriava di essere palermitano e siciliano. A 19 anni fu eletto senatore, a 20 sposò D. Francesca Pignatelli Aragona, da questo matrimonio nacquero sette figli, tra cui Ettore che sposerà la sorella di Ferdinando II re di Napoli e Sicilia, delfina di Francia e vedova del duca di Berrj. Nel 1810 gli fu data la carica di Sovrintendente generale delle pubbliche strade, fu Luogotenente Generale nel 1822 e nel 1835, acquistando fama per le sue virtù e la sua giustizia. Il 28 luglio 1823 al Ministro di Stato di casa Reale avanzò la proposta per la creazione di un Istituto di Antichità e BB.AA. diviso in tre sezioni: Commissione di Antichità e BB.AA., Museo, Scuola di BB.AA. Il 13 maggio dello stesso anno aveva inviato ai Sopraintendenti e Sindaci una ministeriale con cui dava disposizioni per la elezione di un comitato di esperti, che andasse per le chiese e i conventi e provvedesse a compilare una nota con la indicazione delle opere d’arte, misure di quadri, statue, bassorilievi o altro, e l’avvertenza di annotare “se fossero ben collocati senza pericolo di deperimento”. In seguito cercò di stabilire una normativa precisa e specifica per la Sicilia, a proposito di scavi ed esportazione di oggetti antichi, intendendo creare le infrastrutture per una promozione culturale dell’Isola. In un quadro il Lucchesi è appoggiato ad una colonna che con un cartiglio riporta le testimonianze della sua operosa attività: le strade rotabili, lo stabilimento dei sordo muti, la Piazza Nuova e sistemazione della Conceria, il Lazzaretto, le nuove carceri dell’Ucciardone, la pubblica passeggiata delle mura delle Cattive, l’Ospizio di mendicità…
Morì a Napoli il 26 aprile 1856, ma volle che il suo corpo ritornasse nella diletta Palermo.