Le immagini della religiosità barocca e popolare, sontuosa e umile allo stesso tempo, che i siciliani esibivano in piazza e per le vie, nelle feste di Pasqua, con cortei di statue e affollato seguito di fedeli, dai volti commossi e dai gesti pittoreschi, vennero riprese in abbondanza e diffuse in tutt’Italia, dai primi anni ‘30 agli anni ’60, dai famosi e seguitissimi Cinegiornali che, proiettati nelle sale cinematografiche, anticiparono l’avvento dei notiziari televisivi.
Il più antico tra questi filmati sulla Pasqua in Sicilia, che l’Istituto Luce conserva e offre su Internet alla pubblica visione, è del 1931 e riguarda la processione del Venerdì Santo a Trapani. Il suggestivo documentario, muto e in bianco e nero, riprende, come spiega un cartello che annuncia il contenuto delle scene che si vedranno, la sacra rappresentazione dei Misteri trapanesi, quando ‘gruppi scultorei in legno, rappresentanti gli episodi della passione, vengono condotti in processione dalle maestranze a cui appartengono’. Ne segue la visione del lento ondeggiare dei fercoli condotti dai fedeli, contenenti le pregiate sculture in legno – commissionate dalle diverse categorie artigianali e commerciali della città e realizzate da abili e fini artigiani siciliani – raffiguranti soggetti sacri, che vengono inquadrate dalla macchina da presa che: indugia sui raffinati particolari degli intarsi e delle decorazioni lignee; si sofferma maggiormente sulla statua del Cristo morto; riprende poi la gente attenta e commossa che segue la statua della Madonna, anch’essa, come quella del Cristo, portata a spalle dai fedeli, in un percorso sempre più pieno di persone che ai lati delle strade ammirano, accalcate ma composte, il passare della processione, caratterizzata peraltro dalla partecipe e vispa presenza di bambini in doppia fila e in abito bianco che la seguono per le vie della città.
I Misteri di Trapani ritornano in un documentario a colori del 1954, accompagnato da un accorto commento, e realizzato, per la Astra Cinematografica, dai registi Ricci e Romano che documentano e spiegano tutte ‘le fasi della tradizionale processione dei Misteri, unica fra le sacre rappresentazioni siciliane ad aver scelto il silenzio ieratico rotto soltanto dalle note funebri della banda’. E ancora i Misteri sono presenti in un servizio del cinegiornale Mondo Libero del ’58 dove emerge un significativo e lungo primo piano della statua della Madonna.
Del 1939 è un servizio dell’Istituto Luce che presenta la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta come una ‘fra le più caratteristiche d’Italia’ e fa vedere il trasporto, tra la folla, dei gruppi lignei, antichi e realizzati ‘con un’efficacia rappresentativa improntata a nobile forma d’arte’, che rappresentano le scene della Passione di Gesù: da quando il Messia è tra gli Apostoli all’annunciazione dell’Angelo, da Gesù giudicato dai Farisei al bacio di Giuda, alla flagellazione sul monte Calvario e infine alla Crocefissione. Ed è il primo di una consistente serie di racconti cinegiornalistici che riguardano la Settimana Santa a Caltanissetta: nel 1946 il notiziario Nuova Luce manda in onda uno dei momenti più salienti della celebrazione del Venerdì Santo: la Deposizione di Cristo dalla Croce; nel 1947 La settimana Incom riprende ancora la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta che si svolge ‘nel crepuscolo dei monti siciliani’ con l’austero sfilare dei gruppi lignei retti dai ‘panettieri che portano il gruppo della cena, dai pastai che conducono quello dell’orazione e dell’orto, dei solfatai che reggono quello del sinedrio‘; ancora servizi della Incom sui misteri dolorosi di Caltanissetta sono del ’49, del ‘52 e del ’58: in quest’ultimo le sculture sacre del ‘700, condotte a spalla il Venerdì Santo, vengono mostrate attorniate da una folla numerosissima che segue la processione dei fercoli che simulano il cammino di Cristo verso il Calvario, sino a tarda sera, quando la città si prepara a vivere una ‘notte lunga e suggestiva di luci’.
Di un ‘ritorno al medioevo’ parla lo speaker di un cinegiornale Incom del 1947 che commenta l’austera festa di Enna nel giorno del Venerdì Santo, quando le preziose statue, del Cristo morto e della Madonna addolorata che lo segue, sono accompagnate da una processione caratterizzata dalla suggestiva presenza ‘delle confraternite e dei loro membri che sfilano silenziosi e incappucciati’.
Alla Pasqua di Piana degli Albanesi sono dedicati due servizi del cinegornale Incom: il primo del ’52 è un breve filmato che mette in evidenza la singolarità della Pasqua di rito ortodosso nel paesino del palermitano che ha origini greco-albanesi, facendo vedere il vescovo che nel giorno della Resurrezione battezza un bimbo eseguendo con dei candelabri una particolare ritualità; il secondo, del ’55, più ampio, mostra le ragazze del paese vestite nei costumi tipici dei loro antenati albanesi che si recano in chiesa e all’uscita, finita la funzione, distribuiscono ai passanti uova dorate prendendole da grandi ceste.
Ancora, a documentare forme e tradizioni della Pasqua nella Sicilia occidentale vi è il video dell’agenzia Mondo Libero del ‘53, registrato a Marsala dove, come annuncia il presentatore, ‘la popolazione attrice e spettatrice insieme rivive il mistero della passione del Cristo e con l’ingenuità primitiva delle antiche e sacre rappresentazioni, uomini e donne del popolo vestono gli abiti dell’anno della crocifissione e ripetono le varie stazioni dell’ascesa al Calvario’.
A conservare invece la memoria dei riti pasquali nella Sicilia orientale, nel sito dell’Istituto Luce, vi sono altre preziose pellicole: una, del ’55, riprende la particolare e popolaresca festa della ‘diavolata’, la sacra rappresentazione che si recita nella mattinata di Pasqua ad Adrano e che vede, su un palcoscenico, guerreggiare animatamente e aspramente un gruppo di uomini vestiti da diavoli, assieme ad uno vestito da scheletro, contro le forze del bene rappresentate da bambini aureolati e da chierichetti che portano statue di angeli, in aiuto ai quali vengono condotte le statue di Cristo e della Madonna, che alla fine aiuteranno il bene a sconfiggere il male, scacciando i diavoli sotto il palco, facendoli passare giù attraverso una botola; le statue del Cristo e della Madonna verranno quindi portate trionfalmente in processione lungo le vie cittadine. Altro documentario, che riguarda ancora la provincia di Catania, è quello della tradizione popolare della Giunta a Caltagirone, ripresa in un raro filmato del ’35, in cui si vede la statua di san Pietro fatta passare attraverso una folla enorme che occupa la piazza antistante la cattedrale, dove il simulacro del santo andrà ad assistere all’incontro che si svolgerà tra la statua del Cristo risorto e quella della Madonna, condotte a spalla da infervorati e lesti fedeli. Ancora, un filmato del ’60 registra, a Militello Val di Catania, una Pasqua d’eccezione: sia per la partecipata e commovente, ancorché semplice, cerimonia pasquale, sia per la presenza, in quell’anno, del presidente della Regione Siciliana, l’onorevole Majorana, nativo di Militello che viene ripreso dal cinegiornale della Caleidoscopio Ciac mentre condivide con la folla il passaggio di fedeli e clero in processione appresso alla statua del Cristo risorto.
Infine un altro reperto della Incom, del ’55, mostra come si preparano e vengono vendute, a Siracusa, le palme pasquali, con la ripresa di un banchetto posto davanti ad una chiesa, dietro il quale un bambino intreccia con abile manualità dei rametti di palme per farne due mazzetti: uno da vendere ad una signora e un altro da regalare ad una bambina.