Politica Agricola Comune post 2020: le nuove proposte delineate dalla Commissione

di Giuseppe Consiglio

Più flessibilità e maggiore attenzione alle peculiarità dei singoli Stati Membri: sono questi i due elementi che nella visione della Commissione Europea, dovranno caratterizzare la Politica Agricola Comune post 2020. Tutto ciò dovrebbe però tradursi in una maggiore responsabilità per i tutti i Paesi dell’Unione, chiamati a garantire una crescita uniforme ed equa dell’agricoltura del Vecchio Continente che nelle previsioni di budget della Commissione potrà usufruire di aiuti pari ad oltre 365 miliardi di euro, circa un terzo delle provvidenze finanziarie dell’UE che verrà distribuito tra i due assi dei “pagamenti diretti” e dello “sviluppo rurale”. Gli Stati Membri, in base a quanto previsto dalla proposta della Commissione, avranno la possibilità di riallocare il 15% delle risorse, dislocandole da un’asse all’altro, prevedendo un margine pari ad un ulteriore 15% da shiftare dal primo al secondo asse per interventi aventi come finalità obiettivi ambientali privi di co-finanziamento. Ulteriori 10 miliardi di euro saranno disponibili per il programma Horizon, volto a sostenere progetti di ricerca in ambito agroalimentare e nel settore della bioeconomia.

La finalità conclamata della proposta elaborata dalla Commissione, è quella di modificare il paradigma su cui verte l’intero sistema passando da un approccio incentrato sui concetti di “rispetto delle regole e conformità alle stesse” ad uno fondato su “performance e risultati”, così da garantire la flessibilità di cui gli Stati Membri necessitano per poter operare al meglio, assicurando il pieno sfruttamento delle potenzialità che le nuove tecnologie possono offrire. Da un lato, tale approccio avrà lo scopo di favorire la modernizzazione e la semplificazione delle PAC, ponendo gli elementi decisivi per avviare una reale sussidiarietà con i Paesi dell’UE e rafforzando la resilienza del sistema agricolo.

La strutta della PAC post 2020 dovrebbe, pertanto, presentare i seguenti elementi:

– in primo luogo sarà predisposto uno specifico insieme di obiettivi che definiscano puntualmente gli obiettivi da raggiungere e le modalità attraverso cui farlo;

– al contempo verrà prestabilito un set completo di indicatori di livello comunitario (relativi ad output, risultato ed impatto), attraverso cui operare una valutazione efficace delle linee d’intervento previste;

– ciascuno Stato Membro, dovrà ideare ed implementare l’analisi dei fabbisogni per settore, allo scopo di profilare un Piano Strategico nazionale che consenta di rispondere alle esigenze individuate;

– tali Piani dovranno superare il vaglio della Commissione Europea la quale verificherà la correlazione con gli obiettivi dell’Unione, assicurando il mantenimento della dimensione comunitaria delle politiche nonché l’assenza di misure suscettibili di compromettere il regolare funzionamento del mercato;

– a carico degli Stati, la proposta stabilisce un obbligo di presentare un “report sulle performance” che indichi gli eventuali progressi e i risultati ottenuti dal raggiungimento degli obiettivi: sarà la Commissione a valutare i report e ad intraprendere eventuali azioni di riassestamento.

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