Un significativo passo avanti nel processo di rispetto dei diritti umani.
La Commissione consultiva nazionale per i diritti umani (CNCDDH) dell’Algeria ha ricevuto il via libera da parte del Presidente della Repubblica Abdelaziz Bouteflika per avviare un programma nazionale che porti alla abolizione della pena di morte dalla Legge Algerina.
E’ stata anche proposta la possibilità di tenere un “referendum” sul dibattito tra gli abolizionisti e coloro che chiedono per il suo mantenimento nel nome dell’Islam. In questo contesto ad Algeri si è tenuta una sessione speciale per l’abolizione della pena di morte tra la CNCDDH congiuntamente dall’Organizzazione Internazionale per la Riforma Penale.
Il caso dell’abolizione della pena di morte dalla legge algerina ritorna alla ribalta dopo essere stato al centro di un acceso dibattito tra esperti, organizzazioni per i diritti umani, uomini di religione e di governo.
La Lega algerina per la difesa dei diritti umani si è a lungo battuta per sancire l’inalienabilità dei diritti umani. Il suo presidente onorario, Ali Yahia Abdenour, ha sistematicamente spinto per un nuovo dibattito sull’abolizione della pena di morte e non è giunta del tutto inaspettata per gli attivisti della Lega la possibile determinazione del Capo dello Stato di abolire la pena di morte che lede i più elementari diritti umani.
Amar Zaidi, avvocato e attivista per i diritti umani ha elogiato il dibattito in corso. “L’abolizione della pena di morte nel nostro Paese è un obiettivo che deve essere raggiunto ed è indispensabile che l’Algeria si uniformi ai requisiti richiesti da un mondo moderno in perenne movimento”, ha detto. Alcuni partiti politici, come il Rally for Culture and Democracy (RCD), sono attivamente impegnati per una rapida abolizione della pena di morte.
Dopo anni di polemiche, il presidente Bouteflika dà il via libera alla commissione di Farouk Ksentini, di avviare il “Programma nazionale di Azione per l’abolizione della pena di morte”. Taleb El Sakaf, consulente dell’Organizzazione Internazionale per la Riforma Penale, ha detto ai media algerini che “il processo di cancellazione richiede l’approvazione della maggioranza” ed il consigliere per i diritti umani Rezzag Bara, propone di sostituire la pena di morte o con l’ergastolo o con la reclusione non inferiore a 30 anni.
Con questa decisione nobile il panorama giudiziario algerino aprirebbe un nuovo capitolo che permetterebbe al Paese di essere in linea con gli sviluppi internazionali e di dare una svolta in termini di miglioramento dei diritti umani.<