Ismea: Olio d’oliva protagonista a Fieragricola

di Giuseppe Consiglio

La giornata di apertura della 114ma edizione di Fieragricola è stata l’occasione per lanciare la campagna di promozione relativa al settore olivicolo e oleario promossa dal Mipaaf. Lo stand istituzionale del Ministero, ha ospitato l’evento che ha come protagonista uno degli alimenti cardine della dieta mediterranea. La necessità di diffonderne un consumo informato e consapevole, appare come il primo passo per affrontare le problematiche che affliggono il settore. Primo tra tutti l’importanza del riconoscimento del giusto prezzo per un prodotto di eccellenza: la strada intrapresa, deve essere la stessa di quella per la promozione del vino. Ben 500 cultivar popolano il panorama olivicolo italiano, un patrimonio di biodiversità che difficilmente trova eguali nel mondo, ma che poco viene sfruttato a fine promozionali e commerciali. Nel corso dell’evento, sono state anche presentate le finalità e le azioni previste dalla campagna di promozione “Olio su Tavola – I capolavori dell’extravergine” per la cui realizzazione il Ministero si è affidato ad Ismea, che in un arco temporale di almeno 10 anni, attraverso studi ed indagine approfondite, ha potuto riscontrare quanto elementare sia la conoscenza dell’olio tra i consumatori italiani.

In assenza di elementi e forti motivazioni in grado di rafforzare le scelte dei consumatori, difficilmente questi ultimi saranno disposti a corrispondere prezzi più elevati per prodotti che la grande distribuzione spesso mette a diposizioni dei propri clienti per pochi euro, danneggiando l’intero settore. La filiera appare decisamente polverizzata, con oltre 820 mila aziende, 1 milione di ettari di superfice destinati alla coltivazione degli ulivi e circa 5mila frantoi. Impietosa l’analisi sulla competitività delle aziende: appena il 37% delle imprese olivicole è infatti in grado di sostenere la competizione del mercato. Puglia, Calabria e Sicilia sono le regioni maggiormente vocate alla coltivazione dell’ulivo. Un vero e proprio scrigno di biodiversità, che, come detto, conta ben 500 cultivar, iscritte nello schedario oleico italiano, che vanta numerosi oli Dop (ben 42) e Igp (4), che rappresentano però appena il 2% delle quantità prodotta a livello nazionale. L’Italia è il primo importatore e consumatore di olio d’oliva ed il secondo per export. Tra i principali player dell’olio d’oliva, l’Italia fa certamente segnare il prezzo più alto all’export pari a  4,59 €/kg.

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