I premiati all’Oscar Green 2011 per l’innovazione


Dal miele con l’etichetta braille alla pasta 100 per cento con grano italiano, dal maiale on line per salumi supervisionati al primo yogurt di latte d’asina per bambini intolleranti, dal vino dell’imperatore all’ospedale con menu a chilometri zero fino all’agricoltura che combatte la tratta degli schiavi. Sono questi i giovani talenti sui quali il presidente del Consiglio Mario Monti puo’ fare affidamento per il rilancio dell’economia italiana. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini durante la premiazione degli Oscar Green 2011 il premio per l’innovazione dei Giovani della Coldiretti con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’avvio entro tre mesi del piano di dismissioni dei terreni agricoli di proprietà pubblica a favore dei giovani agricoltori è – ha sottolineato Marini – un importante passo per eliminare i vincoli che impediscono di sfruttare le potenzialità dei giovani. Il costo dei terreni, che in Italia è piu’ elevato di Francia e Germania è infatti il principali ostacolo all’avvio di imprese in agricoltura dove oggi i giovani possono esprimere tutta la loro grande creatività.

Fare della propria sensibilità un lavoro evidentemente – sostiene la Coldiretti – è una strategia vincente. Ed è così che ha fatto Gianni Infantino vincitore dellacategoria sostieni lo sviluppo inserendo sui vasetti del suo miele l’etichetta in linguaggio braille corredati anche di un libro che attraverso le illustrazioni tattili racconta il fantastico mondo delle api anche ai non vedenti. Ma oltre a lui ci sono altri 5 vincitori del concorso ’”Oscar Green” che sono stati premiati nel corso di una cerimonia svoltasi a Palazzo Rospigliosi, a Roma, alla presenza del presidente della Coldiretti Sergio Marini, del delegato nazionale Giovani Imprese della Coldiretti Vittorio Sangiorgio.

Per la categoria Campagna Amica invece vince il bravo Cristian Merlo che grazie alla sua abilità con la sua abilità è riuscito addirittura a produrre il primo yogurt con il latte di asina, prezioso alimento per tutti i bambini intolleranti. Per la categoria esportare il territorio vince Erika Pedrini che prendendo in mano l’azienda storica di famiglia ha sapientemente recuperato i vitigni dell’impero Austro-Ungarico per produrre un ottimo vino d’altri tempi. Per la categoria stile e cultura d’impresa vince Manuele Ferri che ha promosso il primo grande fratello nella stalla attraverso I’Ipad per seguire costantemente i maiali durante la crescita controllandone alimentazione e benessere per ottenere eccellenti salumi “supervisionati”.

Filippo Tramonti invece vince – riferisce la Coldiretti – per la categoria oltre la filiera sapendo bene cheper essere protagonisti sul mercato occorre prendere in mano tutta la filiera, dal grano alla pasta e così oggi fa parte di un consorzio che ha la sua punta di diamante nella pasta Ghigi che è il sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta italiana, rigorosamente ogm free.

Per la categoria in-generation invece vince Elena Comollo che insieme a due suoi soci è la fondatrice di una innovativa cooperativa agricola, molto attenta al sociale, retta da giovani produttori piemontesi che operano nel rispetto di un’agricoltura eco-compatibile, privilegiando la filiera corta e promuovendo il consumo di prodotti agricoli di stagione, i gruppi di acquisto e soprattutto il chilometro zero. Per l’ultima categoria, quella di Paese Amico vince Amos con il suo virtuoso progetto di fornire all’ospedale pasti a chilometro zero. Un successo – spiega la Coldiretti – dai grandi numeri: 4 miliardi di pasti in quattro anni per un milione di euro di prodotti locali acquistati presso le imprese agricole del territorio.

I PREMIATI DELL’OSCAR GREEN 2011 COLDIRETTI

CATEGORIA STILE E CULTURA D’IMPRESA

EMILIA ROMAGNA-MAIALI ON LINE PER PRODOTTI ECCELLENTI
Azienda agricola Ca Lumaco (MO)

Manuele Ferri promuove il primo “grande fratello” nella sua stalla attraverso una web cam, consultabile anche tramite iPhone, rendendo i suoi maiali sorvegliati speciali dal primo giorno di vita in modo da garantire un’altissima qualità e assoluta tracciabilità ai suoi salumi. Nella sua stalla, che non teme occhi indiscreti, Manuele ha creato una vera e propria sala parto con le fattrici della razza Mora Romagnola, libere di muoversi in completa autonomia fino al momento della nascita dei maialini e il tutto è supervisionato da sofisticate telecamere controllabili da un pc o un telefonino, da qualsiasi parte del mondo. Successivamente la marchiatura avviene con un microchip che permette di risalire all’intero albero genealogico dei piccoli maiali, cosicché nulla possa sfuggire dalla sua tracciabilità. Acquistando i suoi salumi è possibile conoscere quindi anche il tipo di alimentazione, le attenzioni a loro riservate, tutti i controlli veterinari, l’igiene degli ambienti e persino la cura della stagionatura delle carni.

CATEGORIA SOSTIENI LO SVILUPPO

BASILICATA- IL MIELE SOLIDALE UTILIZZA IL LINGUAGGIO BRAILLE
Azienda agricola De Angelis (PZ)

L’azienda apistica di Gianni Infantino è una realtà imprenditoriale che parla di solidarietà, di esperienze come quella tattile del linguaggio braille stampato sull’etichetta del suo miele e su un libro “La città perfetta” che, attraverso le illustrazioni tattili, racconta il fantastico mondo delle api, anche ai ciechi. L’azienda di Gianni è un’impresa itinerante tra il cuore di Tolve e le vette della Basilicata dove sono collocate le arnie. Un territorio accogliente, dove c’è spazio per una agricoltura che guarda al passato come tradizione, ma anche al futuro come attenzione ad un mondo particolare come quello dei ciechi. L’azienda oggi conta 100 arnie per 30 quintali di miele all’anno, un ciclo impegnativo e avventuroso che punta su un’agricoltura coinvolgente dove conoscenza, qualità e solidarietà sono componenti i portanti che rendono il lavoro dell’impresa agricola indispensabile.

CATEGORIA ESPORTARE IL TERRITORIO

TRENTINO- IL VINO DELL’IMPERATORE
Azienda agricola Pravis (TN)

L’azienda vitivinicola di Erika Pedrini si trova nel cuore della Valle dei Laghi, a nord di Riva del Garda in Trentino. Qui prende vita una storia che affonda le radici nell’impero Austro-Ungarico. Erika prende in mano l’azienda storica di famiglia, innesta prima nel terreno, poi nei calici, quelli che erano i vini dell’imperatore, dal Negrara al Franconia, al Groppello. Se i suoi piedi si impiantano tra le viti, la sua mente viaggia lontano, alla ricerca di nuovi mercati dall’est all’ovest del pianeta. E quando i suoi piedi la portano lontano, è la sua testa a rimanere in cantina, come una dislocazione costante tra la capacità di fare impresa e la passione che vive chi vuole essere protagonista di una nobile storia. Così la cantina viene rivisitata e, grazie ad un “progetto verticale”, viene scomposta su tre livelli, cosicché i passaggi del vino possano avvenire per caduta e non attraverso pompe idrauliche. Il risultato è l’ottimizzazione delle risorse, del rispetto dell’ambiente, oltre al risparmio di energia. Queste bottiglie oggi sono nelle cantine del Giappone, dell’Inghilterra, della Germania e di tanti altri Paesi del mondo. Messe insieme fanno il 60% della produzione dell’azienda Pravis, che accarezza i palati d’Oltralpe.

CATEGORIA CAMPAGNA AMICA

ABRUZZO- ARRIVA IL PRIMO YOGURT DI LATTE D’ASINA
Azienda agricola Ciucolandia (AQ)

Molti studi scientifici dimostrano che il latte di asina è l’alimento naturale di origine animale, con le caratteristiche più vicine al latte materno ed è molto utile per i bambini allergici al latte vaccino. ll sapore dolce lo rende inoltre gradevole e ben accetto, a differenza delle formule in commercio. Ma Cristian Merlo con la sua abilità è riuscito addirittura a produrre il primo yogurt con questo speciale alimento. Il latte di asina, infatti è un’ottima base per questa preparazione che si ottiene per coagulazione del latte, senza sottrazione di siero, grazie all’azione di microrganismi che devono mantenersi vivi e vitali fino al momento del consumo. Il latte che nasce nella sua fattoria viene dunque ogni giorno lavorato e trasformato ma anche consegnato a tutti i clienti direttamente dalle sue mani.

CATEGORIA OLTRE LA FILIERA

EMILIA ROMAGNA- L’AGRICOLTURA METTE LE MANI IN PASTA
Consorzio Agrario Forlì-Cesena-Rimini (FC)

Filippo Tramonti sapeva bene che bisognava ritornare al grano per trovare la chiave di volta di una agricoltura che voleva continuare ad essere protagonista e con gli imprenditori agricoli che ci hanno creduto hanno preso in mano l’intera filiera. Oggi è un consorzio che si riconosce nella punta di diamante della pasta Ghigi. Così si risolleva un progetto ed un indotto che rappresenta il sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta italiana, rigorosamente ogm free. Si riparte da dall’antico pastificio Ghigi, che viene rilevato e rilanciato. Qui si apre e qui si chiude il cerchio di una filiera agricola italiana i cui ingranaggi sono completamente affidati alle sapienti mani delle imprese agricole marchigiane, romagnole e toscane, in un sistema virtuoso di relazioni e laboriosità che oggi prefigura grandi margini di crescita e di successo.

CATEGORIA IN-GENERATION

PIEMONTE- I GIOVANI SPOSANO QUALITA’ E SOLIDARIETA’
Cooperativa AgriCoPecetto (TO)

Elena Comollo insieme a Renato ed Emanuele è la fondatrice di una innovativa cooperativa agricola, molto attenta al sociale, retta da giovani produttori piemontesi che operano nel rispetto di un’agricoltura eco-compatibile, privilegiando la filiera corta e promuovendo il consumo di prodotti agricoli di stagione, i gruppi di acquisto e soprattutto il km0. Il loro contatto con la gente è stato il punto di partenza, ma è anche il punto di arrivo quotidiano quando al mattino preparano le ricette a base di ortaggi e frutta dei loro orti e al pomeriggio organizzano agricompleanni, agriaperitivi o agricene. E’ un brulicare di iniziative, un fiorire continuo di vivacità Agricopecetto, che giorno dopo giorno si nutre dell’energia positiva che emana la solidarietà.

CATEGORIA PAESE AMICO

PIEMONTE- L’OSPEDALE MANGIA A KM0
Amos – Franco Cippi (CN)

L’ospedale sposa un progetto di rilancio e di valorizzazione del territorio. Pasti a chilometro zero, primizie del territorio nelle mense dell’ospedale, rispetto dell’ambiente e una forte intesa con l’impresa agricola locale per una scommessa di qualità. Una scommessa che vale un progetto antropologico prima ancora che imprenditoriale. Un modello dai grandi numeri: 4 miliardi di pasti in quattro anni per un milione di euro di prodotti locali acquistati presso le imprese agricole del territorio, 32 milioni di euro di fatturato per una realtà che conta 850 dipendenti: il successo di Amos. Un modello di iniziativa pubblica che oggi è considerato da esportazione. Nelle cucine ogni primizia: dagli ortaggi, alla carne, alla frutta, preparati con le ricette semplici di una tradizione piemontese da sempre organicamente in simbiosi con un territorio generoso che fa dell’impresa agricola locale un’eccellenza nota a tutto il mondo. Insomma c’è un orto nell’ospedale di Cuneo è c’è un progetto di agricoltura giovane, contemporanea e vincente, in una scommessa che restituisce ottimismo a chi sa come rilanciare il Belpaese.

Fonte: Coldiretti

Redazione

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