“Donne in campo”: un decreto a sostegno dell’imprenditorialità femminile in agricoltura

Shot of a young woman holding a crate full of freshly picked produce on a farm

In Italia, come emerge da un rapporto di Unioncamere del 2018, le imprese agricole femminili sono oltre 214mila, rispetto a un numero complessivo di imprese attive nel settore primario di circa 750mila unità. Circa il 30% delle aziende agricole italiane è pertanto guidato da donne, una percentuale tutt’altro che secondaria, ma troppo spesso trascurata e poco valorizzata in termini di strumenti e di supporto specifici. Nel tentativo di tracciare una cesura con il passato recente e invertire marcia, il dicastero dell’agricoltura ha predisposto uno strumento di supporto alle aziende agricole guidate da donne, attraverso specifico decreto recante la data del 9 luglio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 agosto, che consente alle imprenditrici agricole di beneficiare di mutui agevolati a tasso zero di durata compresa tra i cinque e i quindici anni.

Il limite massimo concedibile è di 300mila euro, pari al 95% delle spese ammissibili e nel rispetto dei massimali previsti dalla normativa comunitaria in termini di ESL. Per poter accedere all’agevolazione l’azienda agricola femminile, deve garantire una copertura finanziari del 20% del totale IVA inclusa. Aspetto assai rilevante è la possibilità di cumulare tali aiuti con altre misure di sostegno pubbliche.

Sono potenziali beneficiarie della misura di sostegno, le imprese agricole in qualsiasi forma costituite, purché amministrate, dirette o condotte da donne. Laddove si tratti di società agricole, occorre che più del 50% dei soci sia composto da donne, coltivatrici dirette o imprenditrici agricole.

Sono agevolabili progetti avviati dopo la presentazione delle domande e che dovranno concludersi  nell’arco di 2 anni dal giorno dell’ammissione a finanziamento. Occorre inoltre che le iniziative aziendali rispondano a 3 obiettivi fondamentali che riguardano il miglioramento delle performance e della sostenibilità globale dell’azienda, il miglioramento delle condizioni agronomiche, ambientali e del benessere animale, la realizzazione di infrastrutture collegate allo sviluppo e modernizzazione dell’agricoltura.

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