L’isola di Afrodite: storia, cultura e gastronomia

Alla fine… le isole mediterranee si somigliano tutte. Il legante è il mare, il “mare nostrum”, che divide  unisce a suo piacimento ed ha consentito per secoli e secoli di fra traversare etnie, idee, filosofie, religioni, cibo. 

Cipro, Sicilia, Sardegna, Corsica,  legate tutte dal quel comune denominatore che Leonardo Sciascia chiamava, non a torto, “isolitudine”. Comunque sia, il segreto per essere conquistati è innamorarsi subito dell’isola, in caso contrario, non ti innamorerai mai. Tra queste, l’isola di Afrodite, o se volete Cipro, terra di contrasto tra l’occidente e l’oriente è l’emblema della multiculturità mediterranea. Nonostante ha perso le sue originali connotazione di “terra di passaggio o di mezzo”, vive la sua contrarietà con una forte capacità conciliatrice tra l’antica cultura greca, la vicinanza musulmana e la cultura commerciale inglese. Difficile trovare le sinergie e l’identità che i ciprioti hanno perso, e di quel che resta,  lo hanno saputo amalgamare, riuscendo a trovare un’armonia che ha pochi eguali.

Cipro è l’anticamera della Grecia, della Turchia e dell’Inghilterra, soprattutto quella occidentale, insomma un po’ di tutto. L’isola è occupata per circa i due terzi della superficie dalla Repubblica di Cipro, che dal 1º maggio 2004 è uno Stato membro dell’Unione europea. Il restante territorio, nella zona settentrionale dell’isola, è occupato dalla Repubblica Turca di Cipro Nord (TRNC) che è stata autoproclamata dopo l’intervento militare turco del 1974. Sospesa nel Mediterraneo, a una settantina di chilometri dalla costa Turca e a poca distanza da quelle orientali, l’isola di Afrodite unisce la bellezza del mare e di spiagge bianchissime col fascino della storia antica, Shakespeare l’ha resa immortale ambientando il suo Otello, mentre i Greci la vollero patria natia della splendida Afrodite.

Questa è Cipro. Isola di mezzo. La sua popolazione, costituita per il 78% da greco-ciprioti, per il 18% da turco-ciprioti, mentre il restante 5% è costituito da altre etnie, mantengono costumi, identità ben distinte, basate sulla religione, e profondi legami rispettivamente con la Grecia e la Turchia. Nella parte sud, la popolazione di etnia greco-cipriota rappresenta il 95% di quella totale, mentre in quella nord l’etnia turco-cipriota rappresenta il 98%. Ciò è dovuto alla deportazione di oltre 200.000 Greco-Ciprioti dalla parte nord dell’isola verso l’area sud. Naturalmente la lingua riflette della diversificazione. Il greco è parlato soprattutto nel sud dell’isola, mentre il turco nel nord. In seguito al dominio britannico, anche l’inglese è ampiamente utilizzato, è in uso anche un dialetto arabo di tipo siro-palestinese in via di estinzione parlato dalla comunità maronita di Kormakiti. Analoga diversificazione è costituita dalla religione. I greci di religione ortodossa rappresentano oltre l’80% della popolazione dell’isola (oltre 700.000 abitanti), i turchi (18% della popolazione, di religione musulmana), una minoranza armeno-cattolica, una maronita (Arcieparchia di Cipro), oltre ai cattolici di rito latino. I cattolici ciprioti ammontano a circa 25.000 fedeli.

A tavola la comunità cipriota presenta viceversa ancora una forte identità, trovando una netta separazione tra la coltura greca e turca, ma anche armena, siriana e libanese.

Quello che affascina è la singolare specialità cipriota: il “Meze”, un assaggio di vari piatti tipici locali, che varia dalle 15 alle 25 portate a base di formaggio, carne, pesce e verdure, che vengono serviti con una ricca serie di salse, cucina saporita, ma che risulta essere abbastanza leggera. Piatti tipici dell’isola originari dalla cucina turca e greca sono il Kebab, fette di agnello o maiale arrostito sul carbone e servito nella pita, tipico pane isolano. E’ di origine greca la Mosaka, carne tritata con verdure, ricoperta con patate e melanzane tagliate a fettine). Le carni sono rappresentate dal montone e dell’agnello, ma ottimo è anche il pesce. Tra le specialità di carne è il tavas (stufato di agnello o manzo con pomodori, cipolle e cannella) e lo stifado, uno stufato di agnello o coniglio cucinato con cipolle, vino e aceto. Altri piatti tipici della cucinacipriota sono la spanakopita (spinaci, feta e uova avvolti in una pastella molto sottile), le kouperia (foglie di vite ripiene di riso o di carne), le yemista (verdure ripiene cotte al forno), le midye tavasi (cozze pastellate e fritte in olio), i dolmades (foglie di vite ripiene), il pourgouri (grano tritato, cotto a vapore con cipolle fritte), la moussaka (un pasticcio di melanzane, patate, carne trita, formaggio e besciamella), l’hummus (un pasticcio di ceci, sesamo, olio di oliva e limone). Curiosi sono anche le “Koupes” (polpettine fritte di grano ripiene di carne trita con cipolla e prezzemolo). I dolci ricordano la pasticceria turca, tipici dell’isola sono la Kadeifi (torta di miele), l’Halvas (a base di miele) e il Soujoukko (dolce a base di mandorle immerse in succo d’uva caldo, poi lasciate essiccare al sole), le gelatine di frutta “Lukumia”. Tra le specialità casearie dell’isola è l’halloumi, un formaggio di pecora a pasta bianca e dura e il formaggio “Hellim”, cucinato anche alla griglia. Il pane tipico è la pitta, una forma schiacciata non levitata cotta nel forno di pietra. Famosi sono i vini di Cipro tra cui il vino dolce Commandaria, un vino dolce fra i più antichi del mondo che pare in origine fosse prodotto per Riccardo Cuor di Leone, la grappa Zivania, l’ouzo o raki (liquore a base di anice), l’Airani, una fresca bevanda a base di yogurt, la Soumada, un drink a base di mandorle o il sublime caffè cipriota e il caffé preparato alla turca. Non mancano tuttavia le specialità locali come “Molohyia”, “Kolokas”, “Boumbar”, il famoso formaggio “Hellim”, cucinato anche alla griglia.  La cucina di Cipro è di tipo mediterraneo e unisce la tradizione greca a quella orientale con olio d’oliva, spezie di diversi tipi, e cibi prevalentemente freschi come frutta, pesce e verdura.

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