Esperti enologi, giornalisti e una folla numerosa è accorsa per la degustazione comparativa dei vini, non ancora imbottigliati insieme a quelli delle annate precedenti, presentati dalle aziende vinicole del comprensorio Linguaglossa – Randazzo – Castiglione.
L’interesse per la manifestazione è dimostrato dalle 38 aziende che parteciparono alla prima edizione della manifestazione, alle quasi 60 partecipanti alla edizione 2011, riuscendo a creare quell’attenzione sul piano nazionale ed internazionale per i vini etnei.
“L’obiettivo dell’evento”- ci dice Pietro Di Giovanni, enologo – “è quello di creare un punto di incontro tra i produttori vinicoli delle diverse contrade etnee che in questa giornata possono scambiarsi le esperienze e confrontare tra loro le varie produzioni. L’obiettivo ultimo è, comunque, quello di favorire la “messa in sistema” delle aziende del comprensorio, così da potere affrontare al meglio un mercato nazionale ed internazionale sempre più difficile”. La manifestazione è stata ideata ed interamente finanziata da Andrea Franchetti, produttore di origine romana, che, dopo una esperienza di importatore di vini italiani a New York, nel 1991, pianta baracca e burattini e compra una azienda agricola in Toscana, divenendo in breve tempo un apprezzato produttore di vini. Nel 2000 ha acquistato degli antichi vigneti sull’Etna con i quali produce degli ottimi ed apprezzati vini tra i quali il pluripremiato Nerello Mascalese “Passopisciaro”. Nel 2008, per venire incontro al desiderio di una sua amica giornalista inglese di “fare un giro” per i produttori di vini della zona, pensò bene di mettere i produttori locali in un’unica stanza, realizzando così la prima edizione della manifestazione “Le contrade dell’Etna”. L’iniziativa acquista subito una molteplice valenza, divenendo sia un importantissimo momento di dialogo tra i produttori locali, cosa mai accaduta prima, sia una vetrina delle produzioni vinicole etnee, diventando di fatto il volano della riscoperta enologica di questo straordinario territorio. Il terreno di coltivazione vulcanico, ricco di sali minerali, il caldo sole, le grandi escursioni termiche giornaliere e stagionali donano alle uve di queste località caratteristiche organolettiche di primissima qualità. Il Nerello Mascalese è un vitigno a bacca nera, a maturazione piuttosto tardiva rispetto ad altri vitigni autoctoni siciliani, è coltivato dai 300 metri s.l.m. fino ai 1100, il sistema di allevamento adottato è quello ad alberello con densità di viti che può arrivare a 12.000 ceppi per ettaro.
Andrea Franchetti appartiene a quella mentalità del “fare” senza per forza “ricevere” è, infatti, la dimostrazione di chi è pronto ad investire di suo su un’idea. Al di la degli aspetti tecnici della manifestazione, trattati sicuramente con maggiore competenza dai media specializzati, ci preme sottolineare il ruolo traino che la stessa sta assumendo per l’economia del’intero comprensorio etneo, all’interno del quale si sta rafforzando la presenza di aziende agricole gestite da giovani imprenditori anche stranieri che con i loro investimenti, con la loro passione, con la loro dedizione costituiscono una importante esperienza dalla quale le altre aree rurali dovrebbero sicuramente trarre insegnamento.