Si scaldano i motori per la 19a edizione di “Bio Divino” la rassegna internazionale dei vini biologici e biodinamici organizzata da Italia Bio. L’iniziativa è stata presentata ieri, 16 aprile, a Verona in anteprima al Vinitaly 2024 nel corso di un appuntamento al Padiglione Sicilia organizzato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e dall’Istituto Regionale Vino e Olio dedicato appunto alle produzioni di vino biologico per le quali la Sicilia detiene un vero proprio primato in Italia: 477 aziende agricole biologiche che coltivano i 37 mila ettari di vigneto in bio su un totale di 103 mila.
L’ultima edizione di Bio Divino, la 18a del 2022, è stata ospitata in Sicilia con la consegna dei riconoscimenti avvenuta durante una serata speciale organizzata presso il Castello dei Conti di Modica ad Alcamo, sede della prestigiosa Enoteca regionale della Sicilia occidentale.
L’edizione 2024 si preannuncia itinerante e più ricca di iniziative. Tre i convegni di preparazione all’evento finale con la consegna dei riconoscimenti che si terrà in Sicilia nella seconda decade di novembre, quando dappertutto in Italia si sono esaurite sia la vendemmia che le prime operazioni di cantina.
“I tre convegni dedicati alla viticoltura – anticipa il presidente di Italia Bio Lillo Alaimo Di Loro – sono previsti a partire dal mese di giugno in Piemonte o Lombardia, Toscana e Puglia e saranno incentrati sui temi del territorio, della storia e della sostenibilità. La scelta è caduta su queste regioni perché ciascuna di esse rappresenta uno spaccato particolare della vitivinicoltura biologica nazionale”.
Oltre il 65% della superficie vitata certificata bio si concentra in quattro regioni: Sicilia (28%), Toscana (17%), Puglia (13%) e Veneto (7%). “L’Italia con i suoi 133 mila ettari di vigneti biologici (su un totale di quasi 590 mila ettari), rappresenta oltre un quarto di quella mondiale che ammonta a circa 500 mila ettari. Ma è sicuramente la prima in assoluto in termini di ricchezza del panorama varietale coltivato e di biodiversità in vigneto”, aggiunge Alaimo Di Loro.
Ma c’è di più. Quasi tutte le aziende viticole in bio (la percentuale è vicina al 90 per cento) è già pronta per l’accoglienza dei wine tourist e dei wine lover e a diffondere quell’approccio olistico all’agricoltura, alla coltivazione del vigneto e all’intera produzione del cibo di qualità che dovrebbe potere essere esportato anche nelle altre aziende agricole italiane.