Il governo regionale siciliano, già sotto pressione a causa delle diatribe politiche di questo scorcio di fine inverno, si trova ora a dover affrontare un’emergenza ben più grave: la siccità invernale. La Regione ha dichiarato lo stato di calamità naturale da siccità preoccupante, mettendo a rischio settori chiave come l’agricoltura e l’allevamento.
L’assenza di piogge ha causato la drastica diminuzione dei livelli d’acqua negli invasi, rendendo difficile la regolare irrigazione dei terreni. La situazione critica colpisce in particolare il comparto zootecnico, gravemente compromesso dalla mancanza di foraggio verde e dalle scorte di fieno danneggiate da anomalie meteorologiche passate.
Secondo l’Osservatorio europeo sulla siccità, la Sicilia è l’unica regione italiana e una delle poche in Europa a trovarsi in zona rossa per carenza di risorse idriche. I dati del Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias) confermano che l’1,2% del territorio siciliano è in piena allerta, inserendosi nel 16,1% dell’Europa minacciato dalla siccità nonostante la stagione invernale.
L’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha espresso gratitudine per l’intervento tempestivo del presidente Schifani e ha sottolineato l’urgente necessità di interventi strutturali per fronteggiare la carenza idrica e proteggere il comparto agricolo e zootecnico.
In questo contesto critico, alcuni agricoltori e allevatori continuano a protestare contro le misure del Green Deal finalizzate a rendere l’agricoltura più sostenibile nel lungo termine. La necessità di affrontare la crisi climatica e della biodiversità sembra passare in secondo piano rispetto alle preoccupazioni immediate legate alla siccità.
Mentre l’Unità di crisi è stata rafforzata per affrontare la situazione, la mancanza di azioni concrete da parte del governo regionale e nazionale alimenta l’insicurezza e l’apprensione tra la popolazione siciliana, che si trova ad affrontare una crisi idrica senza precedenti in un periodo inaspettato dell’anno.
