Proteste degli agricoltori a Bolognetta: il confronto tra esigenze locali e politiche nazionali

Mentre il governo annuncia l’emendamento, da inserire nel Decreto “Milleproroghe”, sull’esenzione dell’Irpef per i redditi fino a €10.000, forse € 30.000 come chiede la Lega, continua la protesta degli agricoltori in Sicilia ma anche nel resto d’Italia.

La Sicilia Occidentale, con il bivio di Bolognetta a pochi chilometri da Palermo, è diventata il teatro di una delle molte proteste degli agricoltori. Mentre alcune organizzazioni di categoria hanno accettato il risultato ottenuto, che include la detassazione di Irpef e Imu, le agevolazioni per l’acquisto di carburante agricolo e il divieto di importare prodotti da paesi con regolamenti produttivi diversi da quelli italiani, altri agricoltori rimangono intransigenti, sostenendo che il governo non ha fatto abbastanza per tutelarli.

Il fronte della protesta è variegato, comprendendo esponenti dell’estrema destra e movimenti antisistema. Danilo Calvani, un rappresentante critico delle politiche green europee, ha chiesto l’annullamento di tutti i patti bilaterali e ha contestato il “Green corridor” che consente l’importazione da paesi con norme fitosanitarie meno stringenti.

Il leader del movimento degli agricoltori siciliani, Mariano Ferro, ha criticato Calvani, definendolo un falso leader. Allo stesso tempo, Giuliano Castellino, ex esponente di Forza Nuova, si unisce alle proteste con il suo movimento “Ancora Italia”, affermando la sua opposizione a Bruxelles.

In questo contesto, il movimento “Riscatto agricolo” guidato da Salvatore Fais porta avanti lo slogan “È arrivato il momento di riscattare l’agricoltura italiana!”, radunando trattori nella capitale.

Uno dei principali motivi di disagio tra gli agricoltori è la mancanza di una visione politica condivisa europea e nazionale per l’agricoltura. Le multinazionali sembrano colmare questo vuoto, influenzando l’operato nel settore agricolo. Il “Green Deal” europeo, sebbene miri alla sostenibilità ambientale, è criticato per la sua difficile applicabilità.

Gli agricoltori, accusati ingiustamente di inquinare e non garantire cibo di qualità, esprimono la loro stanchezza nei confronti della burocrazia e dei costi eccessivi. Tuttavia, mentre alcune voci suggeriscono una revisione totale del sistema agricolo, altri ritengono fondamentale non abbandonare le politiche ambientali europee per garantire la sostenibilità del pianeta.

La contrapposizione tra esigenze locali e politiche nazionali ed europee sta mettendo a dura prova il settore agricolo italiano, richiedendo un approccio equilibrato che possa conciliare la tutela degli interessi degli agricoltori con la necessità di preservare l’ambiente e promuovere la sostenibilità.

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