di Giuseppe Consiglio
Il cibo è uno dei fattori che maggiormente influenza e guida la scelta delle mete turistiche. La speciale classifica delle regioni in cui gli italiani preferirebbero trascorrere le proprie vacanze, vede in vetta la Toscana, seguita dalla Sicilia e della Puglia. Le ultime tre posizioni sono invece occupate dal Molise, dalla Valle D’Aosta e dal Friuli. Questi sono i risultati emersi dal Primo rapporto sul turismo enogastronomico italiano, realizzato dall’Università degli studi di Bergamo e dalla World Food Travel Association. Lo studio, patrocinato da Touring Club, Ismea-Qualivita, Federculture e realizzato in collaborazione con Seminario Veronelli e The Fork-TripAdvisor, da evidenza di una dinamica manifesta ma che non era ancora oggetto di studio: l’offerta enogastronomica condiziona e orienta le scelte delle destinazioni turistiche.
Ad un’offerta enogastronomica di successo, capace di attrarre milioni di visitatori ogni anno, fa da contraltare un territorio vocato alle produzioni di qualità, caratterizzato da un’agroindustria d’eccellenza ed un sistema di trasformazione di altissimo livello.
L’enogastronomia, intesa nella sua accezione più ampia di esperienza culturale, rappresenta uno dei principali trend turistici contemporanei, un segmento in forte ascesa e sicuramente tra più dinamici. È senza alcun dubbio la componente che ha acquistato maggiore rilevanza nella determinazione delle scelte di viaggio: secondo i dati della World Food Travel Association, ben il 49% dei turisti leisure ha indicato il cibo e il vino come la principale ragione di almeno un viaggio nell’ultimo biennio. È pertanto evidente come da elemento accessorio, se non marginale, l’enogastronomia sia oramai diventata un aspetto decisivo per il turista.
Le evidenze appena descritte, non possono che esser interpretate come un reale vantaggio per la Sicilia il cui giacimento enogastronomico di altissima qualità la pone al secondo posto della classifica appena stilata. Ad una naturale vocazione del territorio e della tradizione culinaria e gastronomica dell’isola non corrisponde un altrettanto elevato livello sul piano della gestione ed erogazione dei servizi. Una logica distrettuale e di sistema che stenta a decollare ed un’organizzazione dell’offerta che si affida più all’iniziativa dei singoli operatori, rischiano di soffocare e ridurre il benefico effetto di un trend sempre più importante.