In occasione della XV edizione del Festival Cerealia, si è tenuto presso l’antica abbazia benedettina di San Martino delle Scale (Monreale) il convegno dal titolo “Il Pane tra arte e spiritualità”, promosso dall’associazione ComeUnaMarea APS. Una due giorni intensa e coinvolgente, che ha offerto al pubblico un’immersione profonda nel valore simbolico, nutrizionale e culturale del pane, alimento millenario e carico di significati.
Il tema centrale, “Il Pane”, è stato indagato da diverse angolature – antropologica, storica, scientifica e sensoriale – in un percorso che ha unito la riflessione spirituale alla concretezza della filiera agroalimentare, passando per le tradizioni devozionali e le problematiche contemporanee della produzione.
Dopo i saluti istituzionali della presidente di ComeUnaMarea APS, Concetta Bruno, instancabile animatrice e curatrice della manifestazione, si sono alternati al microfono studiosi ed esperti che, con approcci diversi, hanno restituito al pubblico una visione ampia e articolata del ruolo del pane nella società mediterranea.
L’antropologa culturale Rita Cedrini ha aperto gli interventi con un affascinante excursus sul pane come alimento cardine della “triade mediterranea” (pane, olio e vino), simbolo di sopravvivenza, condivisione e identità. Cedrini ha evidenziato come, nei secoli, il pane abbia accompagnato la storia delle dominazioni che hanno attraversato la Sicilia, segnando momenti di crisi e di rivolta, come le due storiche famose “guerre del pane”. Un passaggio particolarmente suggestivo è stato dedicato alla Roma imperiale, dove il concetto di “panem et circenses” rappresentava il controllo sociale attraverso il cibo e l’intrattenimento.
A seguire, la storica Maria Oliveri ha posto l’attenzione sulla sovrabbondanza alimentare contemporanea, osservando che “oggi è sempre domenica”. Il suo intervento si è focalizzato sui pani devozionali, vere e proprie opere d’arte effimera realizzate in occasione di feste religiose. Ha presentato un calendario liturgico con i principali pani votivi e diversi dolci, mostrando come il pane si faccia veicolo di fede, identità comunitaria e ritualità.
La ricercatrice Adele Salamone del CREA ha offerto un quadro sulle varietà di grani coltivati nel mondo, soffermandosi sull’importanza nutrizionale dei cereali nella dieta umana. In particolare, ha illustrato le proprietà benefiche dei cereali, lanciando un appello alla riscoperta di grani antichi e di processi di panificazione rispettosi del tempo e della qualità.
Il biologo Giuseppe Russo ha illustrato la genesi e il valore dell’Atlante del Pane Siciliano. Curato dal Consorzio Ballatore di Palermo, che celebra i suoi 25 anni nel 2025, questo volume rappresenta uno strumento essenziale per immortalare, mappare e valorizzare la straordinaria varietà dei pani prodotti sull’isola. Il suo intervento ha allargato la prospettiva toccando anche i temi della pasta, l’evoluzione normativa delle DOP siciliane relative ai derivati del grano e le tuttora irrisolte difficoltà burocratiche e commerciali che ostacolano la piena affermazione del patrimonio cerealicolo locale.
A chiudere la parte convegnistica è stato lo scrittore e giornalista enogastronomico Mario Liberto, che con lucidità ha denunciato le distorsioni della filiera, sottolineando gli squilibri economici che penalizzano gli agricoltori vittime del sistema. Liberto ha posto l’accento sull’importanza dell’analisi sensoriale del prodotto da forno e sulla necessità di comunicare in maniera efficace la sua cultura, anche attraverso strumenti come la “Carta del Pane”, un documento che promuove trasparenza, tracciabilità e qualità nella produzione di questo alimento fondamentale. Ha concluso il suo intervento con una riflessione sul cambiamento del gusto, sempre più condizionato dalle esigenze dell’industria alimentare, a scapito della tradizione artigianale.
A coronare l’evento, un piacevole momento letterario con lo scrittore Andrea Ravasco, autore del libro “Anche Mosè beveva birra”, che ha offerto uno spunto originale di dialogo tra spiritualità e convivialità. Gli interventi di Carmelo Di Fatta e Carlo Volpe hanno arricchito ulteriormente il confronto, accompagnando i presenti verso l’AperiBirra, momento conviviale e di degustazione, che ha concluso in maniera gioiosa e partecipata questa significativa iniziativa culturale.
Il convegno “Il Pane tra arte e spiritualità” si è rivelato non solo un evento divulgativo, ma una vera e propria esperienza di educazione culturale e sensoriale, capace di far dialogare discipline diverse intorno a un alimento che continua a raccontare storie, tradizioni e sogni. Un’occasione preziosa per riflettere sul valore del pane – quotidiano e sacro – in un tempo che spesso dimentica la lentezza, la qualità e il significato profondo del nutrirsi insieme.










