“Ficuzza nel cuore”: alla ricerca del cavallo della Razza Reale Borbonica

Tre professionisti, un agronomo, un agronomo dottore forestale e un veterinario, rispettivamente, Giuseppe Genovese Antonio Paladino e Filippo Sciara, amici ma anche appassionati di cavalli e innamorati di Ficuzza, hanno intrapreso una ricerca per scoprire che fine ha fatto il cavallo d’origine borbonica che per qualche secolo è stato l’emblema della storia ippica di Sicilia.

La base operativa dell’indagine è il piccolo borgo reale borbonico di Ficuzza, in provincia di Palermo, “Si tratta di uno studio certo non facile” – dice Antonio Paladino – “Una ricerca complessa, frammentata e piena di contraddizioni”.

Eppure il cavallo di razza reale di Ficuzza, esemplare equino voluto espressamente da Ferdinando I di Borbone, è esistito, come sostengono alcuni personaggi storici di alcune nobili famiglie siciliane.

Ferdinando I con la sua opera allevatoriale consentì di arricchire quel patrimonio di biodiversità equina siciliana, costituendo una delle pagine più belle e gloriose dell’ippologia dell’isola.

La razza di Ficuzza, è stata diradata nel 1834 per volontà di Ferdinando II attraverso lo smantellamento dell’intero allevamento.

Dopo trentacinque anni di regno si assistette al dissolvimento di quel meraviglioso patrimonio equino siciliano.

Un’opera rivolta ad appassionati del settore e nello specifico a chi voglia affrontare in maniera approfondita lo studio del cavallo siciliano indigeno ci perviene da Placido Salamone di Casaleni il quale ha ricostruito con particolari minuzie, frutto di una preziosa documentazione inedita, l’epopea del cavallo siciliano.

Sull’argomento esistono diversi studi e ricerche che non hanno trovato mai una sintesi capace di potere far conoscere l’epopea del cavallo siciliano.

“Ficuzza nel cuore” ha dato vita a questa ricerca con l’obiettivo di recuperare e promuovere questo patrimonio genetico di così grande valore. Il loro percorso di ricostruzione è partito incontrando lo studioso Giuseppe Pucci Majorana, una delle figure più eminenti dell’ippologia siciliana.

Naturalmente, gli incontri proseguiranno con altri personaggi dello stesso spessore di Majorana con la speranza che si possa ricostruire la storia dell’ippologia siciliana e arrivare ad individuare geneticamente il cavallo della Real Razza di Ficuzza, tutto ciò, senza trascurare gli studi e i lavori già fatti, nonché quelli in corso d’opera.

Il primo appuntamento degli amici di “Ficuzza nel cuore” è avvenuto con l’ippologo Giuseppe Pucci Majorana, una delle figure più eminenti dell’ippologia siciliana. L’incontro si è tenuto presso la “Masseria Ovo” in quel di Ramacca nella suggestiva cornice della immensa Piana di Catania, dove vive e opera la famiglia Majorana.

Giuseppe Pucci Majorana è un uomo mite, dall’animo gentile e accogliente, che subito ci fa accomodare in un meraviglioso salone, un modo per “celebrare” questo fatidico incontro.

Racconta Giuseppe Genovese: “Ci accomodiamo con gli occhi pieni di meraviglia in questa sala dove tutto parlava di cavalli e più in particolare di cavallo Orientale Siciliano, riuniti attorno ad un tavolo, non quei tavoli di rappresentanza, ma un evidente spazio dedicato al lavoro quotidiano di ricerca di studio e di confronto”. Ed ancora: “Con Pucci siamo entrati subito in confidenza, ci ha letteralmente incantati conducendoci dentro questa storia infinita e millenaria di un rapporto indissolubile tra i siciliani, la loro terra ed il cavallo, animale straordinario, compagno di vita, di lavoro, di avventure, protagonista centrale per generazioni e generazioni di uomini e donne”.

Il racconto di Pucci Majorana “ha incantato subito tutti noi, – aggiunge Filippo Sciara – consapevoli di essere di fronte ad un esperto conoscitore delle razze equine siciliane, uno storico che dispone di materiale prezioso raccolto nel tempo e con passione. Avevamo di fronte a noi la fonte dove poterci dissetare che disinteressatamente e generosamente si metteva a nostra totale disposizione”.

“Cresce la suggestione man mano che il sapere e la passione del “Maestro” diventa apprendimento culturale; ci fa comprendere perché il cavallo in Sicilia è innanzi tutto cultura millenaria, frutto anch’essa di numerose stratificazioni di presenze che hanno arricchito questa terra da millenni.

Pucci è un eminente conoscitore di cavalli, ippologo, storico del mondo equestre e soprattutto custode allevatore della fantastica razza tutta siciliana del Purosangue Orientale, un patrimonio da tutelare e proteggere, bisognoso di attenzioni da parte di tutti.

Per Majorana i cavalli presenti nella scuderia di Ficuzza furono così divisi: “Una ventina rimasero a Ficuzza; altri trenta esemplari furono trasferiti nelle scuderie reali di Napoli e altrettanti 67 capi furono acquistati e trasferiti nel territorio madonita – nebroideo dalla Società dei Fratelli Salamone di Mistretta. Di questi 67 capi equini, facevano parte un nucleo di 5 stalloni tra cui l’arabo Gildram che produsse oltre 12 puledri di pregio, a loro volta riproduttori dalla marcata linea araba”.

“Ed è proprio da Gildram – dice Antonio Paladino – che vorremmo riprendere il filo di questa intricata matassa, con l’obiettivo di creare le condizioni per avviare nel prossimo futuro un processo di riconoscimento genetico della Razza Reale di Ficuzza, e non solo, a beneficio di un territorio a forte valenza naturalistica e culturale”.

L’ippologo Majorana è una miniera di saperi e sul cavallo riesce ad affascinare anche i meno avvezzi: questi nobili quadrupedi hanno segnato la storia del mondo; l’Equus siculo, è dunque un fenomeno essenziale frutto dell’incontro fra questa terra, i popoli e le popolazioni cavalline che si sono succedute fin ad oggi.

Antonio Paladino: “Giuseppe, e Gildram? …. E la Razza Reale di Ficuzza che fine ha fatto?

Majorana con il suo tono pacato risponde: “Tanto è stato fatto e tantissimo è da fare come d’altronde per il cavallo indigeno siciliano e per il purosangue orientale siciliano che, comunque, hanno a loro volta contribuito alla sua definizione”.

La storia e la cultura ci hanno aiutato a capire, ma adesso è ora di lavorare con rigore scientifico e con quella passione che Giuseppe Pucci Maiorana oggi ci ha testimoniato e insegnato, anche condividendo insieme una buonissima frittata di uova, un piatto di patate e un buon bicchiere di Syrah.

Alla prossima intervista con qualche altro personaggio storico dell’ippologia siciliana alla ricerca di Gildram e della razza reale di Ficuzza.

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