I temporali che scoppiano nel giorni più caldi producono rovesci di pioggia più intensi rispetto a quelli che si sviluppano nei giorni più freschi, aggravando a livello mondiale e con il progredire del riscaldamento globale il rischio di inondazioni nelle grandi città. E’ quanto emerge da un’analisi di tre decenni di dati delle piogge, condotta da scienziati dell’University of New South Wales in Sydney che ha individuato un legame fra la temperatura del giorno e la concentrazione della pioggia durante i rovesci.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, indica che in un giorno caldo aumenta la proporzione di pioggia che cade entro la fase più intensa del temporale, mentre diminuisce in proporzione la precipitazione nella fase meno intensa, scrive il responsabile dello studio, l’idrologo Ashish Sharma. Questo suggerisce che le infrastrutture di scarico delle acque piovane potrebbero fallire, anche se non aumenta la precipitazione complessiva. Una precipitazione più intensa causerà alluvioni più intense, specie nelle grandi città, un fattore che gli urbanisti, gli ingegneri civili e gli idrologi dovranno considerare quando progettano strade, ponti e sistemi di scarico delle acque piovane.
Gli studiosi hanno analizzato i dati dell’Ufficio di Meteorologia di quasi 40 mila temporali, confrontando i 500 rovesci più intensi in ciascuna delle 79 località esaminate, con le temperature prevalenti. “Le zone climatiche studiate in Australia sono rappresentative della maggior parte dei climi globali, quindi è molto probabile che le stesse tendenze siano osservate attorno al mondo”, osserva Sharma.