Vino, pronti, via: la Doc Vallée d’Aoste parte in quinta e guarda lontano

Prima il Consorzio, poi Vinitaly: ecco il piano per diventare grandi

Aymavilles (Aosta) – Una goccia nel mare, ma che spicca per qualità. La produzione è di circa due milioni di bottiglie, raccolti in 500 ettari vitati. Sono i numeri di una media azienda piemontese o veneta, che nella regione più piccola d’Italia sommano l’intera produzione. Il vino valdostano vuole però diventare grande: da poco più di un mese, è nato il Consorzio Vini Valle d’Aosta, che raggruppa i produttori della Doc Vallée d’Aoste e che gestirà il disciplinare di produzione. In 40 giorni di vita, dopo la presentazione ufficiale, il nuovo consorzio ha partecipato a due eventi di spessore: il Vinitaly di Verona e Vinum, ad Alba.
“Siamo partiti veramente con la quinta marcia. Siamo nati il 25 marzo 2022- spiega Stefano Di Francesco, piccolo produttore di Saint-Pierre e presidente del neonato consorzio- e siamo stati subito attivi, molto entusiasti di questo evento storico per la viticoltura valdostana. Siamo la continuazione della Vival”, l’associazione “che già univa le cantine private con le cooperative da Donnas fino a Morgex. Il passaggio a consorzio comporta un riconoscimento giuridico maggiore- aggiunge Di Francesco- perché siamo finalmente artefici del nostro destino, dal punto di vista tecnico possiamo prendere in mano il nostro disciplinare di produzione e quindi modificarlo ove necessario secondo le nostre esigenze. Ormai è 15 anni che il disciplinare è fermo. Dovremmo concordarlo con il ministero dell’Agricoltura di Roma, ma siamo noi che ci sediamo al tavolo”.
Obiettivo del consorzio è portare il vino valdostano fuori dalla Valle d’Aosta: arrivare nel resto d’Italia, dove spesso è sconosciuto, e in tutto il mondo, utilizzando le tecniche di comunicazione moderne, i social network, gli eventi per la stampa, migliorare la presenza nelle fiere di settore presentando il vino come prodotto unico, insieme alla gastronomia valdostana e alle quattro Dop locali. “Uno degli obiettivi del consorzio non è di inventarsi grosse idee, ma di copiare bene le idee già di altri consorzi famosi- prosegue Di Francesco parlando alla ‘Dire’- penso al Barolo, al Barbaresco, ai territori che hanno saputo dare un’immagine importante del territorio e della viticoltura. Non è importante il paese dove si produce il vino, è importante la Valle d’Aosta. Puntiamo molto sulla cura e sull’immagine del territorio per valorizzare anche i nostri vini”.
In Valle sono attive 65 cantine, tra privati, cooperative e l’Institut Agricole Régional. Il consorzio è stato fondato da 42 tra aziende e cooperative -Institut compreso- e raggruppa il 90% della produzione di Doc della regione. Oggi pensa già a crescere: ha avuto contatti con altri quattro viticoltori, che vogliono entrare nella compagine sociale. Commenta l’assessore all’Agricoltura e alle Risorse naturali della Regione Valle d’Aosta, Davide Sapinet: “In un momento particolarmente difficile, caratterizzato da una pandemia prima e da un conflitto poi, abbiamo dei segni di grande vitalità da parte del mondo agricolo valdostano. Il consorzio Ortofrutta che è nato durante il 2021 e il percorso che ha portato alla creazione del Consorzio Vini, che si è concretizzato all’inizio del 2022. Segnali importanti, di vitalità, di volontà di puntare sempre di più sui prodotti. Questa è una speranza per quest’anno e quelli che verranno”.
Il consorzio ha una nuova sede: è nella Grandze, l’antica fattoria al limitare del parco del castello di Aymavilles. È stata recuperata grazie a fondi europei e ospita, in mezzo ai vigneti, uno spazio di esposizione e degustazione dei vini della Valle d’Aosta, gli uffici del consorzio e altri spazi per corsi ed eventi. “Siamo appena stati a Vinum Alba- racconta Di Francesco- ospiti di questa manifestazione molto bella che rappresentava tutti i vini piemontesi e, col nostro stand, seppur nella fretta e furia di organizzare l’evento, ci siamo presentati con ben 25 produttori. Il nostro stand è stato assalito dal pubblico che partecipava a questa manifestazione e abbiamo sentito molto spesso dire ‘ma in Valle d’Aosta fate vino?’. La risposta ovviamente è sì: facciamo vino, gliel’abbiamo fatto assaggiare e la risposta è stata: ‘Mizzica che vino!'”.

Redazione

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