Lunedì 5 novembre 2012 alle ore 11,00, si sono spalancate le porte delle Tenute Azzolino per accogliere e far posto a chef, giornalisti, ristoratori e gestori di enoteche, per un conviviale appuntamento enogastronomico all’insegna di vini genuini di coltivazione biologica e i piatti della tradizione dell’Isola.
Una kermesse che ha visto, da una parte le prelibatezze della cucina dello chef Leo Palma, e dall’altra, i vini dell’enologo della cantina Vincenzo Bambina: un percorso di profumi e sapori della nostra terra alla scoperta dei migliori abbinamenti tra cibi genuini e vini dell’azienda Azzolino.
Della compagnia enogastronomica hanno fatto parte vari giornalisti di testate enogastronomiche e dell’agricoltura e molti chef palermitani: Stefano Carpaci, Villa Igea; Ezio D’Alia, Parco Florio Hotel; Salvo Balsano, Federico II; Francesco Lelio, maestro di cibi di strada; Giovani La Rosa chef pasticciere; Giuseppe De Gregorio, San Paolo Hotel. Ed inoltre il prof. Siracusa con i ragazzi dell’Istituto Albeghiero Paolo Borsellino e il prof. Luciano Burriesci in rappresentanza dell’Eduform.
Un appuntamento voluto dai proprietari Charlie Gambino, Franco e Charlie Rizzuto e coordinato da Gabriella Vaccaro public relations aziendale.
Sponsor della manifestazione il Gruppo Quartiglia, realtà produttiva che opera con esperienza e professionalità nel mercato Foodservice. L’incontro è servito per degustare i vini aziendali e far conoscere la cantina con i relativi macchinari della vinificazione. La manifestazione si è conclusa con degustazione strabocchevole di prodotti territoriali, allietata dalla meravigliosa voce di Silvia La Mattina.
La manifestazione è stata presentata da Mario Liberto presidente regionale dell’ARGA Sicilia e da Gabriella Vaccaro.
Camporeale è terra di vino ma anche di storia. Nonostante la nascita del paese la si fa risalire al 22 maggio 1779, allorché il re Ferdinando III di Sicilia concesse al principe di Camporeale Giuseppe Beccadelli di Bologna il dominio assoluto sui Feudi Macellaro, Valdibella, Grisì e Massariotta, il territorio era antropizzato fin dall’età del bronzo.
Risale all’VIII secolo a.C. la fondazione, ad opera dei sicani di Makella, il cui sito pare che si trovi nei pressi dell’attuale cittadina, che si schierò al fianco di Selinunte nella guerra contro Segesta nel V secolo a.C. e che fu espugnata dalle truppe romane guidate dal console Caio Duilio nel 260 a.C. Per alcuni studiosi è nei paraggi di Camporeale che si sarebbe trovata anche, l’antica città romana di Longaricum punto intermedio di una strada imperiale che univa Lilybaeum (l’attuale Marsala) e Panormus (l’attuale Palermo).
L’antica città sicana diede il nome, inizialmente al nuovo abitato Macellaro, successivamente trasformato in Camporeale, (Campo reale) in virtù dell’antico titolo nobiliare concesso un secolo prima, precisamente nel 1664, da re Carlo III a Pietro Beccadelli, principe di Camporeale. L’opera più antica e imponente della nobile cittadina è il vecchio castello baronale, risalente al 1691, appartenuto in passato ai gesuiti. Ed inoltre, la chiesa Madre, costruita al momento della fondazione, dapprima dedicata alla Sacra Famiglia e poi a Sant’Antonio da Padova, al suo interno sono degni di nota un rilievo gaginesco in marmo raffigurante San Calcedonio; una Madonna del Bagnasco; un Crocifisso attribuibile a fra’ Umile da Petralia.
Degno di rilievo sono anche la Biblioteca e l’Enoteca Comunale. Il Palazzo municipale accoglie il Museo Camporeale, un polo multiculturale che comprende la Pinacoteca Anselmo, l’Antiquarium Camporeale e una raccolta di reperti etnoantropologici.
Ma torniamo alla cantina Azzonlino, le cui origini risalgono a metà del secolo scorso ad opera della famiglia Sacco, che spinta dall’amore per la terra e la passione per la viticoltura, diede vita ad un’azienda vitivinicola nel vecchio casale in Contrada Azzolino nel territorio di Monreale a 400 m d’altitudine e in prossimità dell’abitato di Camporeale.
Intorno agli anni Cinquanta, l’azienda sviluppò nuovi sistemi di produzione. Oltre alle proprie uve incominciò a vinificare anche produzioni acquistate da altri produttori della zona, diventando così, nel giro di pochi anni, punto di riferimento per i viticultori di un vasto territorio ricadente tra le campagne di Camporeale e Monreale.
E proprio in quel periodo l’azienda conquista alcuni mercati della Francia e dell’Inghilterra. A metà degli anni ’90 i vecchi vigneti, ormai obsoleti, vengono estirpati e sostituiti con vitigni: Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah.
Dopo un periodo con esperienza gestionale di imprenditori del nord Italia, l’azienda si trasforma da familiare a Fattorie Azzolino Srl. Una scelta aziendale strategica per un mercato, quello del vino, difficile e pieno d’insidie. L’accoppiata delle due nuove famiglie Gambino e Rizzuto, da sempre innamorate del vino, ma soprattutto del territorio camporealese, hanno dato vita ad una nuova gestione che punta essenzialmente al mercato internazionale, soprattutto quello statunitense, dove vive Charlie Gambino.
Camporeale è terra vocata alla vite lo dimostra la presenza millenaria di questa coltura. Un microclima caratterizzato da un contesto naturalistico e climatico di grande pregio connotazione essenziale per una buona vicoltura, e di cui si avvantaggiano i vigneti aziendali. A questo va aggiunto il metodo di coltivazione, rigorosamente biologico, imperniato tra l’innovazione e la tradizione, connubio capace di incidere sui principi di sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Altimetricamente le “Tenute Azzolino” sono poste tra i 300 e i 400 m.s.l.m. Il terreno è di natura argilloso-sabbioso con reazione alcalina, mentre il sistema di allevamento aziendale è a corona speronato.
La corazzata della produzione vinicola delle “Tenute Azzolino” si compone di ben otto vini. Tra i bianchi troviamo lo “Chardonnay” IGT Sicilia utilizzato in purezza con un profumo intenso di fruttato e ben armonico. E’ vinificato e fermentato in barriques con affinamento 10 mesi, con successivo affinamento in bottiglia per ulteriori 6 mesi. “D’Incanto” del vitigno Grillo, è ricco di fragranze di zagara e d’agrumi, espressione sensoriale del territorio camporealese. Il “Tranùi” vitigno Catarratto, sapientemente associato al Sauvignon blanc, da origine a un prodotto di grande equilibrio e aromaticità. “Dama cortese” è un bland di uve bianche, ottenuto con un lento appassimento sulla pianta, buono come vino da meditazione. Ma il prodotto innovativo con il quale oggi l’azienda mira ad una decisa identificazione, è costituito da un Nero d’Avola vinificato in bianco: “Diletto”, con pressatura soffice caratterizzato dalla struttura classica dei vini rossi e la freschezza dei bianchi. Tra i rossi troviamo il “Notturno”, Nero d’Avola DOC Monreale, affinato per 6 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia, orgoglio della produzione aziendale; il “Di’More”, un bland di Syrah e Cabernet Sauvignon, ricco di profumi intensi ed armonici; è vinificato seguendo la tradizione e con affinamento in barrique per 12 mesi e successivi 6 in bottiglia. Chiude la carrellata il “Nero d’Avola” dell’omonimo vitigno.
L’iniziativa è stata sicuramente positiva conclamata anche dalla presenza di un folto pubblico anche femminile.