Inizierà il 17 novembre in tutta Italia la Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti, iniziata in Francia nel 2005 e sbarcata nel nostro Paese nel 2009, per la sensibilizzazione dei cittadini circa la necessità di produrre meno rifiuti.
L’edizione 2012 si terrà dal 17 Novembre al 25 Novembre raggiungendo un numero record di adesioni. Sono coinvolti infatti ben 21 Paesi e, per quanto riguarda l’Italia, il comitato promotore è formato da Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Rifiuti 21 Network, Provincia di Torino e di Roma, Legambiente, AICA, E.R.I.C.A. Soc. Coop., Eco dalle Città.
L’ evento vuole mettere al centro della pubblica attenzione l’esigenza di ridurre drasticamente la quantità dei rifiuti, aumentare la produzione eco-compatibile, allungare la vita dei prodotti e promuovere consumi attenti e responsabili.
Nell’ambito della Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti, l’Associazione Comuni Virtuosi, Italia Nostra e Adiconsum hanno siglato un documento condiviso con cui si rivolgono direttamente al mondo della produzione e della distribuzione per sollecitare 10 azioni attuabili nel breve e medio termine per alleggerire l’impatto ambientale di imballaggi e articoli usa e getta.
Insieme ai promotori hanno sottoscritto il documento circa 300 enti locali tra cui comuni come Lucca, Lecco, Perugia, Trento, Pesaro, le provincie di Lecco e Avellino, l’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania. Oltre a Slow Food Italia hanno aderito Greenaccord, Fare Verde, MDF- Movimento Decrescita Felice, Cittadinanza Attiva, Altroconsumo e l’Associazione Borghi Autentici d’Italia.
Secondo le stime della Banca Mondiale la crescita della popolazione mondiale e lo sviluppo economico dei paesi emergenti porterà nei prossimi 10-15 anni ad un raddoppio dei rifiuti solidi urbani attualmente prodotti che ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate circa e dei relativi costi di gestione.
Nonostante il fatto che il Rapporto Banca dati sulla raccolta differenziata 2011, registri come dato positivo un calo del 1,88% dei rifiuti prodotti rispetto al 2010 la gestione dei rifiuti in Italia presenta ancora grossi elementi di criticità. Ben difficilmente riusciremo ad arrivare all’obiettivo del 65 % di Raccolta differenziata (già conseguito e superato da altri paesi europei) se l’aumento annuo del livello di RD continuerà ad attestarsi su percentuali modeste come l’incremento del 2,27 % avvenuto nel 2011 rispetto all’anno precedente.
La percentuale di raccolta differenziata, secondo i dati del rapporto, passa infatti dal 33,26% del 2010 al 35,5 % del 2011.
Come riportato dal documento condiviso occupiamo in Europa il 20° posto su 27 Stati membri e rientriamo tra i 12 paesi della classifica che hanno basse performance di gestione dei rifiuti. L’Italia conferisce in discarica ancora quasi il 50% della sua produzione totale di rifiuti che ammonta a 15 milioni di tonnellate.
Proprio per non aver provveduto a bonificare grande parte delle nostre 255 discariche di rifiuti illegali e incontrollate, nel rispetto di una sentenza del 2007 della Corte di giustizia Europea, rischiamo ora di dover pagare una multa da 56 milioni.
Questo contesto nazionale richiede un forte bilanciamento “a monte” nello sviluppo dei processi di produzione industriali che sono responsabili della quantità e qualità dei prodotti che vengono immessi in commercio nel rispetto del principio della responsabilità estesa del produttore.
Dobbiamo diventare i primi della classe in Europa lavorando intensamente sulla prevenzione e sulla produzione eco compatibile per creare velocemente le condizioni affinché l’Italia diventi una “Società del riciclo” .
Le 10 mosse, che non si ritengono esaustive, sono state ispirate a esempi e soluzioni che hanno permesso ad altri paesi europei di raggiungere migliori tassi di riciclo e una minore produzione di imballaggi. In quanto a produzione di imballaggi a livello pro capite, anche se il dato è riferito a qualche anno fa, siamo classificati al terzo posto in Europa. Per quanto riguarda gli imballaggi in plastica, le proposte sono in linea con le considerazioni espresse recentemente dal Commissario Europeo per l’Ambiente Janez Potočnik, che indica due principali obiettivi che l’Europa deve raggiungere nella gestione della plastica: la riduzione del suo conferimento in discarica e la sostituzione del recupero energetico con quello meccanico, oggi fermo, in media, al 24% . Ecco le prime tre mosse, consultabili sul sito dei Comuni Virtuosi:
1) Sostituire tutti gli imballaggi non riciclabili
2) Ridurre il peso degli imballaggi con l’eliminazione dei doppi imballaggi e componenti accessori superflui e mettere in commercio di prodotti iperconcentrati o allo stato solido
3) Sostituire o eliminare negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il riciclaggio come le etichette sleeves e l’uso di additivi, coloranti e composti esterni.
L’industria del riciclo viene riconosciuta come uno degli assi portanti della green economy capace di creare un’occupazione 10 volte maggiore rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento. Una produzione eco-compatibile non potrà che portare benefici a cascata anche ai comuni che non raggiungeranno entro il 31 dicembre 2012 il 65% di percentuale di raccolta differenziata e alle regioni italiane che non sono vicine all’obiettivo del 50% di avvio a riciclo dei rifiuti di carta, legno, plastica e vetro in termini di peso per come imposto dalla Direttiva 2009/08/CE recepita dal D.Lgs 152/2006 all’Art. 181 entro il 202
Per aderre al documento qui!