Venti a 300 km/h tornado travolge Oklahoma City

TornadoIl tornado che ha colpito Oklahoma City è decisamente ai massimi livelli della scala di intensità, tra le più devastanti, sia per durata che per forza. Lo afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore del Cnr-Ibimet.

Secondo l’esperto il tornado, in una scala da 1 a 5 è di classe F5, cioé il massimo previsto.

In genere questi fenomeni hanno una durata di poche decine di minuti, mentre ieri è durato addirittura 40 minuti, un’enormità.

Difficile una prevedibilità dei tornado: Di fenomeni del genere, per la loro natura intrinseca, non è possibile sapere dove e quando si scatenano.

E’ possibile solo prevedere la genesi del fenomeno ma non la sua evoluzione”, afferma il ricercatore.

La zona devastata dal tornado che ha colpito ieri gli Usa è chiamata ‘Tornado Alley’ proprio perché è caratterizzata dall’alta frequenza della formazione di tornado ad alta intensità.

Gran parte di studi e conoscenze che noi abbiamo vengono da quell’area, molto vulnerabile al fenomeno”.

E’ quanto afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore del Cnr-Ibimet. La Tornado Alley corrisponde alla regione centrale degli Stati Uniti d’America.

Comprende le pianure dei fiumi Mississippi e Ohio, la valle del basso corso del fiume Missouri, così come la parte sud-orientale degli Stati Uniti. La sua vulnerabilità spiega l’esperto è legata al passaggio di perturbazioni e risalita di correnti molto umide da Golfo del Messico che spesso presentano delle ‘super celle’ convettive che possono generare i tornado.

I ricercatori studiano da anni tutta l’area per capire come si generano e si spostano i tornado.

“La cella convettiva che li può generare – afferma Pasqui – ha una vita di parecchie ore, ma non è detto che li generi”. La formazione del tornado é, infatti, un passo successivo del tutto imprevedibile sia per quanto riguarda il momento e il luogo della genesi, sia per la direzione che prenderà.

Quello che si può prevedere con largo anticipo è la possibilità della genesi, ma é altamente difficile sapere quando e se di verificherà e l’impatto che avrà, anche perché poche decine di km possono fare la differenzà nel dare l’allerta.

Dunque è quasi impossibile dare con largo anticipo l’allarme, anche in aree frequentemente colpite.

Anche l’Italia – conclude – non è immune dal fenomeno. Tutte le nostre coste sono a rischio e poi la zona dell’Emilia. Da noi però l’intensità è decisamente inferiore.

Fonte: ANSA

Redazione

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