Urban farming sempre più orti in città

Si chiama “urban farming” e muove ogni anno un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, coinvolgendo attivamente oltre 4,5 milioni di italiani. È il trend sempre più diffuso di chi sceglie di portare un po’ di campagna in città, ricavando un orticello dove si può. Si va dai giardini in cui zucchine, lattuga e peperoni prendono il posto di rose e gelsomini ai balconi in cui i pomodori sostituiscono gerani e margherite, fino alle iniziative pubbliche in cui i comuni mettono a disposizione terreni incolti per farne veri e propri orti cittadini. Lo afferma la Cia – Confederazione italiana agricoltori.

I nuovi “farmer” urbani sono una comunità variegata che cresce di anno in anno: oggi, infatti, il “fai da te” agricolo incuriosisce e attira due famiglie su dieci.  C’è chi lo fa per necessità, per tamponare così alle conseguenze della crisi; ma sempre più spesso si tratta semplicemente di appassionati del mangiar sano e dell’aria aperta, “contadini per caso” che dopo il lavoro si cambiano d’abito e imbracciano zappa e rastrello.

E l’agricoltore per passione ha un profilo ben preciso. Secondo il nostro identikit ha in media 45 anni, una buona istruzione, sensibilità ambientale e una buona dose di tempo libero. E’ diplomato nel 55 per cento dei casi e molto spesso ha una laurea (30 per cento). In genere si avvicina all’agricoltura mosso prevalentemente da input culturali. Solitamente è un insegnante (20 per cento) o un impiegato (13 per cento), meno frequentemente un operaio (10 per cento) e un imprenditore (3 per cento). E’ un hobby che piace ai giovani (gli studenti rappresentano il 5 per cento) ma, anche se questa è la nuova tendenza, sono chiaramente tantissimi i pensionati (40 per cento) che si avvicinano al lavoro della terra innanzitutto per risparmiare in tempi di crisi economica, oltre che per maggiore familiarità con le tradizioni contadine e per tenersi in forma.

D’altra parte coltivare un orto o prendersi cura di fiori e piante sul terrazzo e in giardino, secondo uno studio dell’Università di Uppsala in Svezia pubblicato sul “British Medical Journal”, allunga la vita soprattutto nelle persone di mezza età.

Quello degli orti urbani, insomma, è un fenomeno in costante espansione, non più etichettabile solo come una moda passeggera ispirata dagli orti “vip” di first lady o di attrici di Hollywood. Così, dopo la famiglia Obama e la Regina d’Inghilterra cresce la voglia di prodotti agricoli “fatti in casa”, freschi e genuini e che riportano nelle nostre case il senso della stagionalità dei cibi. E la tendenza non è più soltanto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma comincia a prendere piede stabilmente anche nel nostro Paese, in particolare nel Nord Italia (45 per cento). Basti pensare che ormai sono centinaia i comuni che mettono a disposizione piccoli appezzamenti pubblici abbandonati – conclude la Cia – da assegnare ad agricoltori “amatoriali” col doppio vantaggio di spazzare via il degrado dal verde cittadino e promuovere la sana alimentazione “fai da te”.

 

Redazione

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