La Sicilia paralizzata dal “Moviento dei forconi”

Non si placa la protesta degli indignati siciliani. La serrata, giunta al terzo giorno,  incomincia a far sentire i suoi effeti.

I punti nevralgici della Sicilia sono bloccati dai manifestanti, che  non consentono il rifornimento di beni alimentari e carburanti. Nei supermercati scarseggiano i beni di prima necessità, mentre ai distributori, i pochi rimasti con il carburante, sono stati presi d’assalto dagli auomobilisti.

Agricoltori, pescatori, allevatori, pastori, autotrasportatori, disoccupati, ecc. un coro di proteste contro il disinteresse della politica che imperterrita aspetta che la protesta si plachi e si torni alla normalità. Mariano Ferro, serricoltore di Avola, uno dei promotori della protesta dice: “È la rivoluzione di un popolo che è ai limiti della sopportazione, stanco della classe politica e dell’intero sistema che ci emargina e ci prevarica”.

Le cinque giornate dei forconi è una protesta di piazza che suscita molte simpatie tra la popolazione siciliana. Gli argomenti evidenziati sono tanti, si va dalla defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica, al blocco delle procedure esecutive della Serit-Equitalia, dalla modifica del Piano di Sviluppo Rurale siciliano, all’incapacità delle forze dell’ordine che non contrastano il taroccaggio dei prodotti provenienti dall’estero che vengono venduti come prodotti siciliani, la disoccupazione e soprattutto l’assenza della politica che non riesce a dare risposte esaustive.

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