Il nuovo Parco del Foro Italico a Palermo

parco foro italico palermoPer più di mezzo secolo, ossia dalla fine del secondo conflitto mondiale, Palermo ha “voltato le spalle” al mare, addirittura allontanandolo da sé. La bellissima passeggiata a mare, fuori le mura, del Foro Umberto I, conosciuta anche come Foro Italico, è stata sacrificata nel 1943 come area di discarica a mare degli sfabbricidi derivati dai bombardamenti alleati sulla città. Tale dissennata operazione, oltre a distruggere la passeggiata a mare, ha allontanato la linea di costa di alcune centinaia di metri da quella originaria, formando una fascia di terra di nessuno che andava dal porto antico della Cala fino al porticciolo di S. Erasmo, ‘colonizzata’ solo dagli zingari e dai giostrai con i loro impianti. Tutto il resto era un’immensa distesa di terra battuta e rifiuti, malfamata nelle ore notturne e impraticabile anche di giorno; insomma una vera e propria barriera, un diaframma che separava la città dal mare.

In occasione dei lavori ONU che si tennero a Palermo nel 2000, l’amministrazione comunale dell’epoca decise finalmente di recuperare la suddetta area, spostando i giostrai e il campo nomadi in altre sedi e iniziando una vera e propria opera di bonifica. L’area, in ottemperanza alle indicazioni del Piano Particolareggiato Esecutivo (PPE) del Centro Storico, su progetto degli uffici comunali, fu sistemata a verde: un parco urbano di circa Ha 7,5 dal semplice disegno, costituito da un immenso prato con al suo interno delle grandi aiuole ellittiche ed un palmeto. La scelta del prato si è resa possibile grazie alla presenza nelle vicinanze di un pozzo comunale che assicura, soprattutto in estate, gli adacquamenti necessari. Per la verità l’impianto del prato ha subito varie vicissitudini, quali la scelta sbagliata del miscuglio di sementi, non adatte in ambienti marini, o l’attacco di un fungo, vicissitudini che hanno costretto per ben tre volte alla risemina dell’intero prato, l’ultima delle quali finalmente ha avuto successo.

Nella primavera del 2006, l’amministrazione comunale chiese all’architetto milanese Italo Rota, nominato consulente del sindaco, di curare il restyling dell’area, al fine di dare qualità ad una ‘opaca’, dal punto di vista architettonico, sistemazione a verde. Due i punti fermi dell’intervento: non stravolgere l’assetto ormai consolidato del ‘pratone’  (come lo chiamano ormai i palermitani) e realizzare i lavori con la minor spesa possibile, tanto che gli stessi sono stati condotti dalle aziende municipalizzate (AMG e AMIA) e dalle cooperative di servizi a partecipazione comunale (COIME e GESIP). Il progetto esecutivo e la Direzione lavori sono stati portati avanti dall’Ufficio del Centro Storico del Comune di Palermo. L’intervento di Rota, soft ed allo stesso tempo molto originale, è consistito nel mettere in atto una serie di elementi puntuali dal design raffinato e accattivante, con la funzione di decorare e arredare con oggetti dalle forme particolari e colori forti l’intero Parco del Foro Italico.

Il fronte sulla strada del Foro Umberto I è caratterizzato, per esempio, da dissuasori, progettati dallo stesso architetto, che separano il prato dalla pista ciclabile. Tali dissuasori, dalla vaga forma di birilli per bambini e come tali dipinti con striature colorate fosforescenti, sono stati ideati prendendo a prestito il profilo del quattrocentesco busto di Eleonora d’Aragona del Laurana, conservato nel vicino museo di Palazzo Abatellis, trasformato in elemento di arredo urbano. Oppure le panchine-divano, disposte intorno ad immaginarie stanze con vista sul mare. O ancora i totem posti lungo il percorso centrale, costituiti da elementi colorati o dorati, con maschere e decorazioni che richiamano la cultura marinara. All’interno dell’area, un’aiuola ellittica è stata riempita di sabbia per essere usata come spazio giochi, mentre ad un’altra aiuola è stata data la forma schematica di un cane ed è stata recintata da una palizzata di legno dipinta di bianco e punteggiata con macchie nere ad imitazione del manto dei cani di razza dalmata.

Infine, tutt’intorno è stata realizzata una pista ciclabile lunga circa 1.200 m. realizzata in cemento colorato con resine verdi e bianche a formare un disegno a “merletto” quale bordura di contorno dell’intero parco. Un ruolo importante ha anche l’illuminazione che esalta sia il percorso centrale, con corpi posti nella pavimentazione i quali emettono luce di colore viola, sia la pista ciclabile lungo la strada, sia ancora il fronte a mare con i suoi luoghi di sosta.

Il Parco del Foro Italico ha avuto il merito non solo di recuperare un pezzo di città realizzando un vero e proprio mare verde accanto al mare vero, meta domenicale, e non solo, di molti palermitani, soprattutto di giovanissimi e bambini, ma di innescare, qualificandosi come intervento pilota, il dibattito sul recupero dell’intero sistema di waterfront di Palermo, che va da Capo Gallo fino a Capo Mongerbino.

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