In Europa 6 milioni di cani randagi

Sono almeno 6 milioni i cani randagi presenti nei paesi dell’Unione Europea (ma stime meno prudenziali aumentano il numero fino a 8 milioni), dei quali circa un milione in Italia.

Un fenomeno tutt’altro che trascurabile e che solo parzialmente viene risolto attraverso le politiche nazionali di cattura e sterilizzazione, e che in alcuni casi (quelli più noti sono la Romania e la Spagna) in dispregio della stessa normativa europea che tutela i gli animali di affezione vengono sottoposti all’eutanasia a scopo di contenimento della popolazione se non addirittura a vere e proprie battute di caccia più o meno legalizzate.

Lodevole ma ovviamente insufficiente è l’impegno delle organizzazioni italiane ma anche di altri paesi europei che si sforzano di salvare la vita e trovare una famiglia a migliaia di cani togliendoli dagli inferni a cui sono destinati.

Detto questo appare chiaro che solo una normativa europea applicata da tutti gli Stati membri in materia di lotta al randagismo che escluda a priori la morte dei cani, ma che si concentri su un programma internazionale di sterilizzazioni e su un programma nazionale per ciascuno degli stati membri ma sotto il controllo UE per quanto riguarda le politiche di incentivazione delle adozioni può essere la carta vincente nella lotta contro il randagismo canino o almeno può essere un ottimo punto di partenza per superare le emergenze (e a volte gli eccessi esasperati) prodotti proprio dal randagismo.

AIDAA propone quindi un programma quinquennale europeo con fondi strutturali europei per la lotta al randagismo.

Piani che ogni stato membro si impegna a praticare però con fondi e sotto la supervisione di una apposita commissione europea.

Un programma di sterilizzazioni e di incentivazione alle politiche di adozione sostenuto da finanziamenti programmati per un medio termine permette agli stati (e nel caso italiano alle singole regioni) di mettere a punto una pianificazione sia sul numero degli interventi di sterilizzazione da compiere sui cani randagi sia sulle politiche di incentivazione alle adozioni.

Ovviamente gli stati che non rispettano i programmi sottoscritti come avviene per tutti gli altri fondi strutturali oltre a dover ridare indietro i soldi non utilizzati entro un certo termine dovranno anche essere sottoposti ad azione sanzionatoria.

“La questione del randagismo è una questione che a nostro avviso deve essere affrontata in sede europea – ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – i singoli stati da soli spesso non riescono a far fronte alla questione e purtroppo alcuni di loro adottano ancora politiche di soppressione degli animali nonostante le leggi comunitarie li tutelano. Da qui la proposta – continua Croce – di una normativa che renda obbligatorie alcune linee comuni per la lotta al randagismo tra cui la sterilizzazione obbligatoria dei randagi e le politiche di incentivazione all’adozione che devono avere norme chiare e condivise sia in materia di adozione nazionale che internazionale. Il lavoro dei volontari e delle singole associazioni è prezioso e chiediamo infine – conclude Croce – che nella stesura di queste normative si tenga conto anche del parere di chi da anni opera a livello nazionale ed internazionale per salvare questi cani dalla morte e per trovare loro una nuova famiglia”.

ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE – AIDAA

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Redazione

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