EDITORIALE. La Freccia Verde: “Ricomincio da tre”

Mario Liberto

Mario Liberto

Accetto questa nuova esperienza di direzione de “La Freccia Verde” ricominciando da tre. Uno, per il legame di stima e di amicizia che mi lega a Nino Paternò, fondatore del giornale. Due, per l’affetto  che mi lega a “La Freccia Verde” che da circa 15 anni, oltre ad accogliere i miei articoli, è stato sia nella forma cartacea che on-line, punto di riferimento per l’informazione del mondo rurale. Tre, per la voglia di continuare a lottare per dare dignità al mondo rurale e alle popolazioni che in esso vivono. Con queste considerazioni ho accettato la direzione del giornale, fiducioso di avere accanto dei giovani pieni di entusiasmo e con tanta voglia di fare. E proprio con questi giovani andremo alla riscoperta della ruralità perduta. Un viaggio per evidenziare e promuovere, oltre ai prodotti tipici e tradizionali, l’enogastronomia, il paesaggio e la natura, le politiche, elementi di richiamo che concorrono a costituire un’insospettata riscoperta dell’ambiente rurale. Prospettiva che fa sperare tutti gli operatori agricoli, che da questo nuovo impulso, sperano di trarre benefici vedendo ingrossare i loro svuotati portamonete. Ambiente rurale di cui si erano perse le tracce nell’immediato dopoguerra. Persino molte famiglie contadine inurbate e emigrate, in aree di forte concentrazione industriale, avevano preso drasticamente le distanze delle loro origini rurali. Il merito di questa inedita presa di coscienza va ascritto innanzitutto: all’esigenza di salvaguardare il territorio, il desiderio di stili di vita più naturali, il bisogno di territori rassicuranti, l’allineamento alla politica comunitaria, combattere il temuto abbandono dei paesi con il prezioso patrimonio culturale e  folkloristico, l’esigenza di multifunzionalità delle aziende agricole attraverso nuove forme integrative di reddito: fattorie didattiche, aziende agrituristiche, fattorie sociali e musicali, ecc. Il tutto riconduce al riconoscimento dell’agricoltura come luogo dignitoso di spazio ricreativo e riproduttivo, riconoscimento alla cultura rurale funzione di leva dello sviluppo sostenibile per una nuova q ualità della vita. Racconteremo, insomma, i nuovi scenari di valorizzazione del territorio rurale, di quelle aree, cioè, a bassa densità demografica dove l’agricoltura coesiste con altre attività economiche (artigianato, piccola industria, turismo, commercio, servizi) che tendono a integrarsi e a mantenersi in un equilibrio accettabile con l’ambiente naturale.