Gaia, l’alleanza anti inceneritori

G.A.I.A. cioè “Alleanza Globale Anti-Inceneritori” o anche “Alleanza Globale per le Alternative agli Inceneritori” – come ci spiega Mariko Patti,  dell’Ufficio di GAIA per l’America Latina di Buenos Aires – è una rete di organizzazioni mondiali che ha a cuore la salute del pianeta e dei suoi abitanti per questo si batte contro l’installazione degli inceneritori e delle discariche e per la promozione della produzione pulita.

Attraverso i suoi gruppi di lavoro, si occupa di massimizzare il riciclaggio, promuovere il compostaggio, ridurre al minimo i rifiuti e il consumo di risorse, garantire che i prodotti siano fatti per essere riutilizzati, inoltre recupera e smaltisce rifiuti militari ed industriali tramite trattamenti “high tech”e soluzioni di prevenzione inquinamento, collabora con “Salute senza danno” (HCWH), una coalizione internazionale di lavoro per ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’assistenza sanitaria.

L’obiettivo principale è quello di creare un circuito chiuso dove i prodotti e processi di produzione siano in armonia con i cicli ecologici naturali. La produzione pulita o meglio il modello “rifiuti zero” non è un’utopia, ma un concreto “sistema” ormai sperimentato su scala industriale che assume la necessità di fare i conti con la limitatezza delle risorse del pianeta e applica il principio della “responsabilità condivisa” chiamando ad un patto l’industria e l’intero mondo produttivo, i “decisori politici” e i cittadini. In questo sistema il termine “rifiuti solidi urbani” viene sostituito da “rigetti comunali” per promuovere il valore del materiale che potrebbe essere recuperato e/o riutilizzato al contrario di essere bruciato e/o sepolto.

I soci di G.A.I.A. possono essere singoli individui, associazioni non-profit (ne fa parte ad esempio Greenpeace), comunità locali, studiosi che collaborano tra di loro in tutto il mondo, attraverso le reti regionali e i gruppi di lavoro, così da ignorare le frontiere nazionali e scambiarsi esperienze gli uni con gli altri.

 

L’utilizzo degli inceneritori è sicuramente una soluzione immediata a dispetto della formazione di una cultura sulla “produzione pulita”, ma non rappresenta la soluzione definitiva al problema rifiuti. Bruciare rifiuti è uno spreco di risorse se confrontato ai risparmi derivanti dal recupero, dal riutilizzo e dal riciclaggio. Inoltre secondo la teoria “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, anche i sistemi più tecnologici comportano l’emissione nell’aria di piccole quantità di sostanze nocive alla natura e all’uomo. Come se non bastasse il 90% dei materiali, ad elevato potere calorifico, che consentono agli inceneritori di essere portati a regime, è costituito da carta, cartoni e soprattutto plastiche quindi da materiali riciclabili. Detto ciò appare evidente che bruciare rifiuti è in aperto contrasto con il riciclaggio. Le proteste di G.A.I.A., a volte, prendono forme inconsuete per il nostro modo di pensare, è il caso delle campagne di sensibilizzazione che incrementano il riciclaggio impedendo così l’effettiva accensione dell’inceneritore.

G.A.I.A. IN CIFRE:

1 è il Comitato Direttivo internazionale;

1 è anche il Segretariato che ha sede nelle Filippine;

2 sono i Coordinatori per ogni continente (uno per il Sud e uno per il Nord);

4 i Gruppi di Lavoro(zero rifiuti, rifiuti pericolosi, rifiuti sanitari, produzione pulita);

2000 è l’anno di fondazione dell’organizzazione;

75 i membri provenienti da 23 Paesi che diedero vita a G.A.I.A.;

360 i membri attuali in 66 Paesi.

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