SiciliAntica riscopre il pasto degli zolfatari di Lercara Friddi

sicilia_anticaSapori antichi, forti e succulenti. A sedersi a tavola con la nuova proposta lanciata dal Consiglio di Biblioteca di Lercara Friddi è stata l’Associazione “SiciliAntica” il sodalizio che raggruppa gli amanti della storia e dell’archeologia siciliana, nel corso della visita al “Parco minerario di  Lercara Friddi”.

La trattoria il “Fagiano” per la giornata si è trasformata in una vecchia ‘ncantina luogo di piacere e delizia dei minatori ma anche dei carrettieri, entrambe categorie intrattenevano rapporti sociali e di classe.

Sarde salate, uovo sodo, formaggio pecorino, trippa bianca (stomaco di bovino), mussu, carcagnola, stigghiola, l’immancabile pitirru, sono stati questi gli alimenti che hanno aperto l’appetito ai circa 50 appassionati dell’archeologia siciliana.

A seguire un doppio primo: pasta e lenticchie (taglairini di casa), seguite da lasagni stritti con suco di cutini (cotenna di maiale a sugo).

I secondi, oltre alle polpette di pane cucinate in salsa di ragù di “cutini di maiali”, sono stati serviti i “brusciuluna di cutini di maiali”, il tutto con contorno di “vavaluceddi” a stufatu.

La frutta secca, il classico scacciu, mennuli e nuci atturrati (mandorle e noci abbrustoliti) e la leccornia della pasticceria lercarese sua maestà: “la pantofola”, dolce che non si calza ma si mangia, hanno chiuso il caratteristico pranzo del minatore. Naturalmente, come accostamento vuole, un fiume di vino rosso nero d’Avola.

Per Mario Liberto, componente del Consiglio di Biblioteca, coordinatore e ideatore dell’evento “Questo pranzo è un primo tentativo per offrire un menù in grado di evocare sapori antichi, identitari, legati con un doppio filo allo zolfo che era il live motiv  della presenza del sodalizio a Lercara Friddi.

Inoltre, il Consiglio di Biblioteca sta realizzando dei percorsi turistici monotematici, oltre a quello storico-archeologico, nostalgico-monumentale, zolfifero, è previsto anche un percorso enogastronomico con visite agli esercizi commerciali che prepararono i gioielli gastronomici locali, (cudduruni, ‘nfrilata, panelle e crocchè, pantofola), ma anche il menù dello zolfataro che può essere consumato per singolo piatto o come pranzo completo”.

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