Ecco il vademecum per l’acquisto e la conservazione. Il prossimo Natale 2011 sarà festeggiato con abeti piu’ corti di almeno trenta centimetri rispetto a quelli di dieci anni fa.
E’ quanto afferma a Coldiretti nel sottolineare che si tratta dell’effetto congiunto dell’andamento climatico, del minor numero di metri quadrati disponibili per abitazione, ma anche della crisi economica che spinge a privilegiare alberi di costo inferiore con una dimensione media ridotta attorno al metro e mezzo. Si stima che con una spesa di 140 milioni di euro saranno acquistati in Italia circa sei milioni di alberi veri che superano di poco quelli di plastica che arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.
L’albero naturale concilia invece il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente e mantiene un grande fascino anche se quest’anno si stima un aumento delle importazioni soprattutto dai Paesi del Nord e dell’Est Europa, in quantità superiore alla produzione nazionale. Si tratta del preoccupante risultato dell’abbandono dell’attività di coltivazione da parte di molti produttori nazionali. Una tendenza – continua la Coldiretti – favorita dalle esportazioni di prodotti di bassa qualità che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti per essere venduti dai centri della grande distribuzione che spesso spingono anche verso l’abete di plastica. L’acquisto di varietà diverse dall’abete rosso come il Normandiana e il Coreana che non sono autoctone e vengono dall’estero non possono peraltro essere reimpiantate nei piani di riforestazione.
In Italia gli alberi naturali – informa la Coldiretti – sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi.
Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio – rileva la Coldiretti – derivano da coltivazioni vivaistiche che occupano stagionalmente circa mille aziende agricole specializzate che danno lavoro a circa diecimila addetti. La coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto.
Una attività regolamentata e controllata dal Corpo Forestale dello Stato e svolta in vivai situati in terreni appositamente dedicati. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.
I prezzi al consumo quest’anno sono sostanzialmente stabili e cambiano a seconda della varietà, della presenza o meno del vaso e dell’altezza. Dai 10-30 euro dell’abete più piccolo si può arrivare sino ai 500 euro per le piante di grandi dimensioni. Per ottimizzare la spesa, garantirsi acquisti nazionali rispettosi dell’ambiente ed evitare rischi fitosanitari la Coldiretti ha elaborato un vademecum che inizia con la verifica al momento della’cquisto della presenza dell’etichetta con l’indicazione dell’azienda di provenienza che attesta l’iscrizione all’apposito registro.
L’usanza di ornare un albero sempreverde in occasione del Natale – ricorda la Coldiretti – è originaria della Germania del VII secolo, dove gli abitanti erano soliti addobbare le querce con pietre colorate che col passare del tempo vennero sostituite con ghirlande, nastri e frutti colorati. Questa pratica venne sempre più collegata alla festività del Natale al punto che si finì per sostituire le querce con gli abeti in quanto, la loro forma triangolare poteva simboleggiare la Santissima Trinità. Questo rito – conclude la Coldiretti – già comune alla fine dell’Ottocento in Nord Europa e negli Stati Uniti, si è diffuso rapidamente in Italia a partire dagli anni ’50, tanto che oggi l’Albero di Natale viene allestito nella maggior parte delle famiglie.
I CONSIGLI PER GLI ACQUISTI DELLA COLDIRETTI
Prima di comprare l’albero
· Preventivare l’acquisto con qualche giorno di anticipo per dare modo all’albero – sostiene la Coldiretti – di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami, precedentemente imprigionati dalla rete per il trasporto;
· Misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto perché all’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all’interno.
Al vivaio
· Verificare la presenza dell’etichetta con l’indicazione dell’azienda di produzione e l’iscrizione al registro fitosanitario;
· Non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord e poi ricordarsi che si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso;
· Tutte le conifere – sottolinea la Coldiretti – tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.
Una volta a casa
· Sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria, come porte e finestre al riparo da eventuali forti folate di vento;
· Evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami;
· Non spruzzare neve sintetica e spray colorati perché l’albero e vivo e respira;
· Mantenere la terra umida ma non eccessivamente bagnata, anche con l’utilizzo di un nebulizzatore, che – consiglia la Coldiretti – potrebbe essere applicato anche ai rami n assenza di fili elettrici.
Fonte: Coldiretti