“La filiera della pesca tra igienicità e valorizzazione”

Si è svolto a Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento presso il Palazzo Panitteri un incontro per la valorizzazione del pesce azzurro siciliano, progetto promosso dall’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari, Dipartimento degli Interventi per la Pesca della Regione Sicilia in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Sicilia. L’iniziativa ha avuto lo scopo di valorizzare il prodotto ittico proveniente dall’attività di pesca delle marinerie, sensibilizzando i giovani consumatori a un utilizzo consapevole del prodotto stesso, attraverso alcune informazioni sulle proprietà, tecniche di conservazione (per promuovere l’applicazione di buone prassi comportamentali dal punto di vista igienico-sanitario), e le condizioni per una pesca sostenibile. Dalle alici al nasello, dallo scorfano allo sgombro, dal cefalo al pesce spatola, un patrimonio di sapori e di profumi, ma poco valorizzato. All’incontro moderato da Domenico Targia, esperto nel settore della pesca, sono intervenuti Gaetano Basile, giornalista ed esperto di cultura e tradizioni, Marilena Barbera, Presidente della Strada del Vino “Terre Sicane”, Luigi Amato, Presidente dell’Associazione Culturale “I Giardini dell’Alloro”. Nel corso dell’incontro si è parlato dei molti significati del pesce azzurro nella dieta quotidiana, nella gastronomia e nella cultura popolare, visti attraverso la lente della storia, delle tradizioni e della scienza medica. In particolare, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Fra Felice da Sambuca”, muniti di guanti e grembiuli, sono stati coinvolti nel percorso “i pesci e i 5 sensi” guidati dalla dottoressa Eleonora La Cavera, Biologa, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Sicilia. L’olfatto – dice la dottoressa La Cavera -, per distinguere il fresco dal prodotto alterato, la vista per l’identificazione della specie, per esempio la posizione delle pinne ventrali, il diverso profilo della triglia di fango rispetto a quella di scoglio, il tatto – continua La Cavera – per capire la differenza tra i pesci ossei con le squame ed i pesci cartilaginei che hanno una cute che sentiamo un pò rugosa e spugnosa, l’udito perché alcuni pesci sebbene morti muovendoli in modo opportuno, emettono ancora dei suoni, infine il gusto: basta assaggiarli e vi sono dei pesci che hanno un gusto veramente caratteristico. “Questi – aggiunge la biologa La Cavera – sono i nostri 5 sensi, ma i pesci rispetto a noi hanno un senso in più: l’organo della linea laterale che permette loro di orientarsi meglio nell’ambiente acquatico, in quanto recepisce degli stimoli pressori”. Altro intervento interessante, quello del giornalista e storico Gaetano Basile, che in un excursus etno-antropologico ha raccontato fatti e aneddoti legati al pesce azzurro, dalla misconosciuta origine persiana di questa denominazione alla genesi di alcune ricette tipiche, come le sardine allinguate e a beccafico, ideatecome rivisitazione “povera” di pietanze ricorrenti nei menù degli aristocratici. Non sono mancati i momenti di intrattenimento musicale con il cantastorie Paolo Zarcone con la leggenda di “Cola Pisci“,  la storia “du tignusu da Vucciria” ed ancora la storia “du varveri Fimminaru“. Al termine dell’incontro a tutti i partecipanti è stata offerta una degustazione con olive, formaggio, pane con alici, pasta con le sarde, polpette di sarde con e senza salsa, spatola impanata e fritta, fichi d’india ed il tipico dolce “Minni di virgini“.

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