La CO2 minaccia coralli e molluschi del Mediterraneo

La sopravvivenza di coralli e molluschi nel Mediterraneo e’ minacciata dall’acidificazione del mare: questo fenomeno e’ provocato dalle crescenti emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera e i suoi effetti sono resi ancora più devastanti dalle alte temperature. Lo dimostra lo studio condotto nel mare di Ischia da un gruppo internazionale guidato da Ricardo Rodolfo-Metalpa, dell’universita’ inglese di Plymouth ed al quale ha partecipato la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, con Francesco Paolo Patti.

I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Climate Change. Per capire come gli ecosistemi costieri reagiranno ai futuri cambiamenti climatici, i biologi marini hanno condotto alcuni esperimenti usando come ‘laboratorio’ naturale il mare di Ischia. Qui l’attivita’ del vicino Vesuvio fa sì che dalle fenditure del fondale marino sgorghino continuamente bolle di anidride carbonica. I ricercatori hanno quindi pensato di sfruttare per i loro studi questo strano ‘effetto Jacuzzi’ che mima l’acidificazione cui andranno incontro gli oceani a causa della continua emissione di CO2 nell’atmosfera.

Gli esperimenti hanno dimostrato che alti livelli di anidride carbonica aumentano la velocità del processo di calcificazione con il quale coralli e molluschi costruiscono il loro scheletro o il loro guscio. Le specie che non sono rivestite da una particolare pellicola protettiva, però, rischiano di perdere completamente il loro guscio perché questo verrebbe letteralmente sciolto a causa dell’abbassamento del pH del mare.

‘’Gli ecosistemi costieri del Mediterraneo sono già stati messi a dura prova dall’innalzamento delle temperature – spiega Ricardo Rodolfo – Metalpa – e ora sappiamo che questo riscaldamento può addirittura peggiorare i danni provocati dall’acidificazione’’. Questi esperimenti ììci hanno mostrato come saranno le aree costiere se l’acidificazione dei mari continuerà a peggiorare – aggiunge il collega Jason Hall-Spencer – e ci hanno fatto capire quale sarà l’impatto sull’uomo. Abbiamo visto che ci saranno importanti perdite per la biodiversità ed è quindi comprensibile che gli operatori dell’acquacoltura siano preoccupati’’.

Fonte: Ansa

 

Redazione

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