In un anno diminuiti del 25% prezzi grano

I prezzi del grano sono scesi ad ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 25 per cento anche per effetto delle speculazioni finanziarie che hanno provocato una insostenibile volatilità delle quotazioni che è causa della fame nel mondo e mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione promossa dalla Fao, sulla base delle rilevazioni al Chicago Board of Trade (Cbot), il principale mercato finanziario delle materie prime, dove il grano è stato quotato in chiusura settimanale 6,2 dollari per bushel (17 centesimi di euro al chilo), dopo un anno di insostenibili oscillazioni delle quotazioni che ne rende imprevedibile l’andamento in futuro.

Le quotazioni dei prodotti agricoli sono infatti sempre piu’ fortemente condizionati dai movimenti di capitale che con la crisi si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia.

Il risultato – precisa la Coldiretti – è una insostenibile instabilità dei prezzi dei prodotti agricoli che dipende sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre piu’ dai movimenti finanziari. E’ già grave che il sistema della finanza, dell’economia di carta, si sia affermato sull’economia reale, ma applicarlo anche al cibo significa far morire di fame la gente.


La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha generato la crisi internazionale ed ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero.

Gli effetti drammatici, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole, vanno dalle speculazioni sulle materie prime agricole al furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi piu’ poveri, il cosiddetto land grabbing, fino alle grandi bugie sul potere salvifico degli organismi geneticamente modificati (Ogm), la cui diffusione sotto il pressing delle multinazionali è aumentata insieme al numero degli affamati.

L’emergenza alimentare non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori perche’ questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive, conclude la Coldiretti – nel sottolineare che occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero.

Fonte: Coldiretti

Redazione

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