L’allarme viene da uno studio neozelandese pubblicato su Polar Biology, che sottolinea come la presenza dell’uomo nell’area aumenti il rischio di infezioni tra pinguini.
Secondo l’International Association of Antarctica Tour Operators, nella sola stagione 2013-2014 hanno visitato l’Antartide oltre 37.000 persone; 20 anni fa erano 8.000.
E con l’aumento dei visitatori, cresce anche il rischio di esposizione ai virus. Secondo gli studiosi le specie dell’Antartide sono particolarmente vulnerabili ad agenti patogeni che altrove sono comuni; questo soprattutto perché gli animali che abitano quest’area sono rimasti isolati dal resto del mondo.
In particolare, i pinguini sarebbero particolarmente vulnerabili a salmonella, E.coli, varicella e virus del Nilo occidentale.
Gli “effetti della crescente industria del turismo e della presenza dei ricercatori non saranno senza conseguenze”, ha dichiarato la professoressa Wray Grimaldi della University of Otago in Dunedin (Nuova Zelanda), tra gli autori dello studio.
Grimaldi sottolinea come ai rischi di infezione legati alla presenza dell’uomo si sommi il riscaldamento globale, che potrebbe aggiungere nuovi fattori di stress su questi uccelli, indebolendo il loro sistema immunitario.