C’è una diffusa preoccupazione tra gli agricoltori siciliani per l’andamento climatico davvero preoccupante.
Le dighe sono quasi all’asciutto, mentre i torrenti hanno ridotto a qualche rivolo le loro portate.
Il caldo anomalo di inizio inverno sconvolge la natura e rischia addirittura di far ripartire le fioriture con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature e la perdita dei raccolti.
Dopo le recenti semine, l’assenza di pioggia, sta facendo emergere i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati all’assenza di piogge fa scattare un campanello d’allarme.
Senza dimenticare che se non arriva il freddo le popolazioni di insetti che causano danni alle colture potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera.
Il caldo incide anche sul fabbisogno in freddo delle piante.
Insomma, la situazione non è affatto serena.
Dopo un autunno climatologico che si è classificato in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura superiore di 2,1 gradi la media storica sta seguendo un andamento climatico davvero preoccupante.
Il Natale al caldo con temperature superiori anche di 10 gradi la media conferma – continua la Coldiretti – la decisa tendenza al surriscaldamento della Penisola con effetti climatici e produttivi. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno già superato quest’anno i 6 miliardi di euro.
L’adattamento al nuovo contesto climatico richiede tempo e ingenti investimenti per le innovazioni tecnologiche. Nell’immediato, è auspicabile una rinnovata collaborazione tra tutte le parti della filiera agroalimentare per contrastare le difficoltà e le incertezze del ciclo economico. In questa fase assolutamente straordinaria, l’obiettivo di fondo è la salvaguardia economica e produttiva del sistema agroalimentare italiano; condizione indispensabile anche per una maggiore presenza del “Made in Italy” sui mercati internazionali.