Agrochimici o Agrotossici

Nel mondo 20.000 morti ogni anno a causa dei pesticidi. Come avvelenare lentamente il futuro senza guardare indietro.

Che cosa sono gli agrotossici? Sono sostanze diverse artificiali, di sintesi, che si uniscono alla terra o al raccolto per ottenere un maggiore rendimento.

Questo andrebbe bene qualora fossero innocui per la salute di coloro che possano ingerire le loro tracce negli alimenti, o bere delle acque sotterranee o superficiali di un bacino nel quale si fa un uso regolare di essi, o essere fumigati solo per il fatto di vivere nei pressi delle coltivazioni. Ma così non è.

 

  • La Storia

Justus Von Liebig, nel 1840 scoprì che le ceneri dei vegetali o del materiale organico bruciato avevano un’alta proporzione di fosforo e di potassio. Calcolò che, se quegli erano i componenti fondamentale dei tessuti vegetali, se aggiungeva alla terra quelle ceneri ne avrebbe aumentato la fertilità: le piante avrebbero più “cibo” per generare più tessuti. E lo fece. Tra l’altro facilitò per le imprese la eliminazione di queste ceneri e fondò la nuova teoria dei fertilizzanti travolgendo l’antica teoria del Humus.

Ciò che Von Liebig non sapeva era che la terra ha di microrganismi che elaborano i minerali e che, dopo aver dato due o tre buoni raccolti, ad un un certo punto comincia a “bruciare”. Oggi sappiamo che è più importante il processo di fissazione biologica di minerali nel terreno che la loro aggiunta artificiale.

Fino a 1930 gli insetticidi si fabbricavano a base di piretro, estratto del crisantemo, e di nicotina, estratta dal tabacco. Nei `90 si importò nel nostro paese la prima soia accompagnata da prodotti chimici da applicare, materiale bibliografico annesso e… linee di crediti per “facilitare” il compito al produttore. Si ottenne con ciò una terra chímicodipendente, l’avvio per l’abuso di elementi di sintesi e la necessità di importarli per sempre.

L’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, su richiesta della EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale), ha dichiarato che l’uso di prodotti chimici non ha contribuito a promuovere l’agricoltura. In una sua precedente relazione sulle concentrazioni di pesticidi nei prodotti alimentari negli Stati Uniti (1), subito apparso sulla copertina di The New York Times, ha provocato un enorme scalpore quando ha affermato, in tutte le sue 225 pagine, che alla fine del secolo scorso, negli americani si sarebbero sviluppati 1 milione di tumori dovuti alla presenza di 28 pesticidi cancerogeni negli alimenti. Nel 1982 nelle Hawaii si è scoperto che il latte è stato contaminato con eptacloro, un insetticida che può causare disturbi neurologici e leucemia, e che è vietato negli Stati Uniti sin da 1970 (2).

In 1984, si scoprì che il latte, gli agrumi ed altri alimenti contenevano residui di bromuro di etile, un prodotto utilizzato nella fumigazione capace, non solamente di indurre malformazioni congenite, ma anche di provocare impotenza. Ricordiamo che la mucca concentra nel latte i prodotti tossici ingeriti, trasmettendoli ai vitelli, e all’uomo consumatore, nel processo conosciuto come “bioaccumulazione.”

Il 14 Luglio di 1992 un treno merci deragliò vicino al Fiume Sacramento, in California, rovesciando 75.000 litri di metano di sodio, pesticida che, mischiato con acqua, diventa molto tossico. La soluzione si sparse per 70 chilometri, uccidendo tutta la vita acquatica. Non rimasero né muschio, né pesci, né alghe. E gli abitanti lungo il fiume iniziarono ad ammalarsi. (3)

Alla fine di 1986, la Food and Drugs Administration, FDA, fu ripresa duramente dal General Accounting Office, braccio del Congresso dell’USA, per i suoi controlli blandi sui residui di pesticidi negli alimenti e per la sua incapacità per proibire la commercializzazione dei prodotti alimentari inquinati.(4)

Nel frattempo, l’allora American Academy of Pediatrics dichiarò attraverso il Wall Street Journal “…di tutti i pericoli chimici che interessano le popolazioni, i pesticidi negli alimenti rappresentano la minaccia più grave”. (5)

L’acqua potabile non è immune da contaminazione a causa di deflusso di un intero spartiacque nelle falde acquifere sotterranee, corsi d’acqua superficiali o laghi che sono reservóreos acqua potabile per le comunità. La cattiva gestione degli invasi, lo smaltimento abusivo dei rifiuti hanno provocato numerosi casi di avvelenamento delle acque.

In 1986, per esempio, si scoprì un prodotto altamente tossico nella falda freatica di Long Island (stato di New York). Questa scoperta, enfatizzata dai media, ebbe come effetto analisi a tappeto in vari stati, che consentirono di scoprire, per esempio, che in California, due mila pozzi di acque potabili erano inquinati, con la loro conseguente chiusura. In venti dei cinquanta Stati del Paese, la situazione diventò presto critica.(7)

L’UNEP (United Nations Environment Programme) ha dichiarato sin dal 1978 (quando ancora la rivoluzione verde in agricoltura era all’orizzonte) che l’uso dei pesticidi deve essere fermato per la loro alta pericolosità.

Questi brevi cenni illustrano situazioni critiche nel cosiddetto primo mondo. Immaginate cosa succedein Argentina e in altri Paesi del cosiddetto terzo mondo.

 

  • Agrotossici e salute

Se foste il respomsabile di una compagnia importatrice e vi offrissero a basso prezzo un prodotto il cui uso è proibito perchè tossico nei Paesi industrializzati, lo comprereste? Molti hanno risposto che sì, e hanno commercializzato sostanze che costituiscono la cosiddrtta “dozzina maledetta” come il DDT, il 245T, Aldrin, Dieldrin, Endrin, Clordano, Aldicarb, il cui uso è stato proibito poichè è stata dimostrata la loro pericolossità.

Un impiegato del CEPANZO (Centro Panamericano di Zoonosi) Jorge Torroba, intorno al 1989 (8) aveva dichiarato che i rischi dei pesticidi erano “esagerati” e dovuti ad una forma di “chicofobia”. Ricordiamo che il CEPANZO nel 1986 (9) fu coinvolto assieme al laboratorio Merieux in un sinistro esperimento nella località di Azul, nel quale si facevano lavorare, senza informarli debitamente, contadini per accudire delle muche alle quali erano stati inoculati i virus della rabbia e del vaiolo… e “regalavano loro” il latte affinché lo portassero alle loro famiglie, giusto per studiare gli effetti tanto sui contadini che sulle loro famiglie consumatrici

Shell Oil, un altro caso che vale la pena ricordare, è uno degli imputati in relazione alle esportazioni di prodotti chimici pericolosi. Per vent’anni Shell fornito la Standard Fruit di un pesticida con dibromocloropropano (DBCP) alle piantagioni di banane, pur sapendo sin dal 1950 che il prodotto aveva provocato sterilità negli animali da laboratorio. La Compagnia si è ben guardata dal comunicare agli aqcuirenti questi effetti: da 500 a 2000 lavoratori delle piantagioni di banane in Costa Rica sono diventati sterile (10) 101 di loro hanno citato in giudizio la Shell e la Dow Chemical, l’altro produttore di DBCP. In risposta, le società hanno chiesto un “forum non conveniens”. Clyde MacBeth, ex scienziato della Shell, nel 1989 su questo caso ha affermato che “In ogni caso, da quanto ho sentito, conviene loro avere qualche tipo di controllo delle nascite” (11)

Perché diciamo queste cose? In primo luogo perché meritano essere conosciute. Poi, perché abbiamo la tendenza naturale a credere in quello che i produttori ci dicono, attraverso profuse e costose campagne, o con attraenti opuscoli che accompagnano ai prodotti. E non sempre ci dicono la verità.

Il Parathion originalmente durante la Seconda Guerra Mondiale era utilizzato come arma chimica ed è proibito in Argentina sin dal 1991, ma lo si trova nella frutta e negli ortaggi, poiché per anni il suo utilizzo è stato consentito per tabacco, yerba mate, cereali, cotone, etc.

In 1994, per combattere insetti e funghi, i fittavoli del Gran La Plata utilizzavano ditiocarbammati e Parathion, agenti cancerogeni per l’uomo. L’Università Nazionale di La Plata fu la responsabile delle analisi.(12)

In Colonia Urquiza, Gran La Plata, si trattava con heptacloro, prodotto chimico ad alta tossicità, le coltivazioni di zucchine, che furono distrutte per il Ministero della Produzione nel momento in cui enerse il fatto.(13)

Nel 1992, due giudici di Campana investigarono sull’uso di pesticidi nelle fattorie di Escobar che avevano provocato danni fisici e psichici a decine di contadini oltre che varie morti per avvelenamento.(14)

Nel 1997 gli alunni della Scuola primaria Nº 172 dell’Alta Valle di Rio Negro, come i vigili del fuoco che intervenirono, furono ricoverati con acuti sintomi di intossicazioni a causa di una nuvola velenosa provocata per un contadino che aveva deciso di bruciare i contenitori di pesticidi che aveva utilizzato (15)

Nel 1996 180 tonnellate di kiwi e pompelmi trattati con parathion furono scoperti nel porto di Bs As. La giustizia ordinò la sua distruzione.(16)

Negli anni 70 la Bayer seppellì clandestinamente in Rio Negro 12 tonnellate di residui di prodotti chimici clorati e fosforati. Scoperto il caso, la Legislatura sollecitò al governo della provincia che inizi azioni legali per danni ecologici all’impresa. (17)

È difficile fare un’esatta mappa di situazione. In Rosario, provincia di Santa Fé, tra 1976 e 1985, furono ricoverati 1.343 casi di intossicazione acuta con pesticidi. Un terzo dei ricoverati aveva una età compresa tra 1 e 2 anni.

Nell’Ospedale di Bambini di La Plata, solo nel 1983 si registrarono 536 intossicazioni e varie migliaia tra 1981 e 1987. Gli incidenti più comuni si dovevano a disattenzione o uso indebito, specialmente di Folidol e Hortal. Non dobbiamo dimenticare che in 1965 ci fu una morte massiccia di braccianti nel Chaco per l’utilizzo del Parathión, così come l’intossicazione di 14 neonati in Jujuy, tre dei quali morirono, per il consumo di latte in polvere trasportato nello stesso camion che trasportava i prodotti chimici tossici (18).

Catstrofica fu senza dubbio la tragedia di Seveso, in Italia.. L’esplosione che ebbe luogo nel 1976 espose 156 operai e 37.000 residenti alla nuvola di diossina (19). Lo stabilimeto era di una controllata della compagnia Hoffman-la Roche con sede in Svizzera. Nel 1984 a Bophal, India, una fabbrica di pesticida, controllata dall’Unione Carbide con sede in USA, causò la morte di più di 3.500 persone, lesioni ad oltre 202.000 e difetti di nascita permanenti ad un numero imprecisato di bambini. (20)

 

  • Il problema aggiuntivo dell’etichettatura

I pesticidi si sono dimostrati enormemente tossici per la salute umana e l’ambiente. Le loro formule sono state classificate secondo la loro pericolosità, ma con quali criteri? Ci dice l’Ing. Claudio Lowy: “La norma nazionale che classifica la tossicità dei prodotti chimici per l’agricoltura non è una legge né un regolamento di una legge. È un manuale che è come allegato alla Risoluzione 350 del 1999, e successive modificazioni, approvata dalla Segreteria dell’Agricoltura, Allevamento, Pesca ed Alimentazione che approvò il nuovo testo del “Manuale dei Procedimenti, Criteri e Portate per il Registro di Prodotti Fitosanitarios nella Repubblica Argentina”. Nel Manuale si afferma che si adotterà come classificazione tossicologica quella dell’Organizzazione Mondiale della Salute al quale si conforma il corrispondente allegato del presente Manuale, utilizzando per tale fine la tossicità acuta del prodotto formulato.” La metodologia che utilizza il Manuale per la classificazione tossicologica è denominata la DL50.

Consiste nel determinare quale la dose letale media acuta. Che cosa vuole dire questo? Che si vuole determinare quale la quantità (dose) è di prodotto chimico che è letale, per il 50 percento di una popolazione di cavie (media), quando è esposta per un tempo relativamente breve, acuta, al prodotto investigato. Così, quanto meno prodotto è necessario per eliminare la metà delle cavie, si considera che il prodotto fitosanitario, è più pericoloso. La penetrazione del prodotto nella cavia deve analizzarsi per via orale, (solido o liquido), dermica, (solido o liquido), o per inalazione, (fumigazione o gas) che sono le tre vie in cui un prodotti fitosanitario può penetrare nel corpo di un mammifero.

I prodotti chimiciper l’agricoltura, seguendo questa classificazione dell’OMS, sono categorizzati così ed indicati come:

Ia Sommamente pericoloso, molto tossico. Banda rossa

Ib Sommamente pericoloso, tossico. Banda rossa

II Moderatamente pericoloso, Nocivo. Banda gialla

III Poco pericoloso, attenzione. Banda azzurra

IV Normalmente non pericoloso, attenzione. Banda verde

Le quantità corrispondenti ad ogni categoria sono disponibili nello stesso manuale, ed in diversi siti Internet.

Quello che non considera questa metodologia sono:

• la tossicità subletale, cioè, tutto quello che non è letale in tempi brevi, e

• la tossicità cronica, cioè, quella che produce danni per esposizione ripetuta.

• La tossicità potenziata dovuta alla combinazione di vari prodotti, che sono quelle che si applicano realmente.

Questa metodologia, non valuta i rischi che un prodotto chimico per l’agricoltura genera, per esempio il cancro che uccide nel giro di pochi anni, l’induzione ad aborti spontanei, malformazioni congenite e nascite premature; allergie, i danni oculari, irritazioni ed infezioni alla pelle, nausee, vomiti e diarree, Problemi polmonari (asma), bronchite, polmoniti, edema polmonare, aritmie, nausea, alterazioni di stato di coscienza, affezioni renali, mal di testa intensi; affezioni renali ed epatiche. L’esaurimento, la svogliatezza, la perdita di peso ed i problemi della crescita, affezioni alla ghiandola tiroide, mani e piedi gonfi. Ogni prodotto chimico per l’agricoltura che causa o possa causare questi danni in bassa dose o in forma cronaca, ma che non elimina la metà delle cavie nel breve termine con alta dose, per il SENASA rientra come prodotto classe IV, “che normalmente non offre pericolo”, e segnalato con la banda verde.

Inoltre, le prove non si fanno sui prodotti combinati, bensì sui singoli prodotti. Per esempio, il Round Up è un composto il cui principale componente è il glifosato, ma che contiene inoltre altri additivi che aumentano la sua effettività tossica. Tuttavia, per la categorizzazione dei formulati del glifosato si usano le prove realizzate con glifosato puro.”

 

  • Lo stato della salute in Argentina in relazione ai prodotti chimici utilizzati in agricoltura.

In Argentina esplosero i casi di malformazioni, cancri, aborti spontanei, sterilità, problemi respiratori, dermici, etc in relazione all’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura. Si è costituita una coalizione di medici che operano nelle aree rurali, denominati “médicos de pueblos fumigados” che sollecita misure urgenti per la sospensione dell’uso di prodotti tossici in agricoltura, poiché il numero di loro pazienti che muoiono o si ammalano aumenta ogni giorno sempre più.

Dice il Dr Medardo Avila Vázquez, titular de la coalizione:  Il “nostro Paese nel 2010 ha impiegato 340 milioni di litri di prodotti tossici in agricoltura, secondo quanto affermano le Camere del settore; quantità che aumenta tra un 15 ed un 20 percento ogni anno. Questi veleni vengono sparsi per via aerea, o mediante fumigazione in una superficie che è abitata da più di 12 milioni di persone. Da un lungo tempo gli abitanti di questew aree hanno denunciato le gravi malattie di cui sono vittime a seguitodi tale inquinamento con pesticidi. Situazione che fu confermata durante il 1º ed il 2º incontro di “Médicos de Pueblos Fumigados” svoltosi presso l’Università Nazionale di Cordova (21) e presso l’Università Nazionale di Rosario rispettivamente nell’anno 2010 e 2011.

Esiste un petizione pubblica per riclassificare i prodotti chimici utilizzati in agricoltura in Argentina. Questa petizione non è da sottovalutare: a secondo di come si classificano i veleni le regolamentazioni provinciali e municipali determinano i margini di ritiro tra le aree sottoposte a fumigazione e le zone abitate. L’attuale classificazione tossicologica per gli effetti acuti dei pesticidi ignora un insieme di nuove informazioni e dati scientifici che dimostrano i gravi danni provocati da questi veleni utilizzati in agricoltura negli esseri umano, segnalando risultati differenti rispetto a quelli riscontrati nella cavie.

Dawson ed i suoi collaboratori (22) nell’Ottobre 2010 hanno pubblicato una indagine fatta su 8.000 pazienti ricoverati in due ospedali in Sri Lanka per ingestione di prodotti tossici utilizzati n agricoltura e poterono determinare i livelli di tossicità acuta relativa ai distinti pesticidi. Il 10 percento dei pazienti morirono, e ci fu una gran variazione nel tasso di mortalità tra i pesticidi.

Prodotti tossici della stessa composizione chimica e della stessa classe tossicologica presentaronoi effetti clinici molto differenti. Per esempio, dimetoato e malatión, entrambi insetticidi organofosforati di classe II, ebbero tassi di mortalità del 20,6 percento e 1,9 percento, rispettivamente.

Paraquat, dimetoato e fentión furono responsabili del 17,6 percento del totale dei ricoveri, ma del 47 percento del totale di morti. Paraquat fu il più letale con il 42.7 percento di casi letali, Clorpirifos il più frequente, con 1376 suicidi ed una mortalità del 7.6 percento, Endosulfan meno utilizzati, proibito in Sri Lanka, ebbe una mortalità del 22.2 percento, Dimetoato fu molto usato come veleno per tentativi di suicidi e provocando 172 morti: 20.6 percento. Glifosato genero 21 casi mortali con un tasso di mortalità del 2.4 percento. L’Abamectina, classificata classe IV per l’OMS ebbe una mortalità del 11.1 percento. I fungicidi ebbero un tasso globale di 6.1 morti per 100 casi di auto ingestione.

Questi risultati analizzano un range di tossicità dei pesticidi che permetterebbe di organizzare una classificazione di tossicità negli esseri umani dei prodotti chimici in agricoltura più rispondente con la nostra fisiologia e si allontanerà marcatamente dalla classificazione della tossicità dell’OMS basata nella fisiologia delle cavie animali.

Nell’attuale classificazione Paraquat (tasso di mortalità del 47 percento), Endosulfan, (22 percento), e Dimetoato,come (20.6 percento), sono classificati dall’OMS come toxicológicamente classe 2, cioè moderatamente pericolosi, dimostrando l’insufficienza di tale classificazione basata su dati provenienti da prove su topi. Dovrebbero essere classe Ia, eccessivamente pericoloso, ed il loro utilizzo proibito in tutto il mondo.

Questi dati forniti da Dawson si sommano agli studi fatti sui suicidi in Taiwan(23), India(24) e Sri Lanka (25) che danno una base di analisi di più di 15.000 persone e giungono a simili conclusioni: la necessità di adeguare la classificazione tossicologica di pesticidi tenedo conto dei loro effetti sugli esseri umani.

Alle stesse conclusioni giungono altri esperti di Salute Pubblica a livello mondiale, come quelli della Scuola di Salute Pubblica di Harvard, USA8, che chiedono all’OMS l’urgente adeguamento della Classificazione Tossicologa di Pesticidi.

Questo problema, come vediamo, non è solamente argentino; ma nel nostro paese prende un livello di urgenza e necessità molto elevato in ragione alla quantità di pesticidi impiegati nelle aree rurali e sulla popolazione che vi abitano, e e dell’incremento che stanno avendo i consumi.

Per quanto detto la Red Universitaria de Ambiente y Salud / Médicos de Pueblos Fumigados chiedono l’urgente riclassificazione dei pesticidi in Argentina che tenga conto dei loro effetti sull’essere umano nel medio ed nel lungo termine: oncologici, riproduttivi, endocrini ed immunitari.

Crediamo che continuare ad utilizzare la vecchia classificazione ed autorizzando l’irrorazione e la fumigazione di veleni di dimostrata tossicità per l’uomo non ha oggi nessun tipo di giustificazione. Riconosciamo anche che esiste un immenso interesse economico nel mantenere praticamente senza restrizione l’uso di questi veleni per sostenere la produzione agraria, ma tuto ciòè un continuo attentato contro il diritto alla salute della popolazione.”

 

  •  Traduzione: Nino Paternò
  • Note bibliografiche
  1. Regulating pesticides in food, USA National Academy of Sciences, Washington D.C.1987.
  2.  M.L.Bouguerra, Les poisons du tiers monde, Ed. La Découverte, 1985. P 188.
  3. Who meeting on review of effects of occupationals health hazards on reproductive function”, agosto 1986, Helsinki. En Mundo Científico.
  4. Brian Keating y Dick Russell. El Día, Rev. Dominical. 20 de diciembre de 1992.
  5. T. Beardsley, Nature, 324, 606. 1986 Cit. En Mundo Científico
  6. B.Meier, Wall Street Journal. 26 de mayo 1987 p.1-26
  7. W.Garner y co. Evaluation of pesticides in ground water, ACS symposium series, 315, 1986; chemical and Engineering News, 28 de julio 1987, p. 7
  8. Diario El Día.La Plata, lunes 4 de setiembre de 1989
  9. FUTURO/12, sábado 14 de agosto de 1993
  10. Earl Bousquet, “St. Lucia:Oil Transnationals Working on Environmental Image”, Servicio Internacional de Interpress Service, 14 noviembre 1989, en El Libro del Maquillaje Verde, GREENPEACE International.
  11. Citado en Weir & Matthiessen, p 24, en El Libro del Maquillaje Verde, GREENPEACE International.
  12. Página/12, sábado 9 de abril 1994
  13. El Día, sábado 11 de febrero de 1995. Pag. 13
  14. Enrique Sdrech. Clarín. Martes 3 de noviembre de 1992.
  15. Fernando Wilhelm, Clarín, jueves 21 de mayo de 1998
  16. Página/12, 10 de febrero de 1996
  17. Página/12, 25 de julio de 1996 – Clarín, 24 de agosto de 1996. P. 45
  18. Lic. Hugo P. Castello, Ing. Agr. R. Vallero, Lic. María P. Heras. GREENPEACE ARGENTINA, 1988
  19. Environmental Aspects of the Activities of Transnational Corporations: A Survey, United Nationes Centre on Transnational Corporation, New York, 1985. P.93 cit. En El Libro del Maquillaje Verde. GREENPEACE
  20. Nanda, ibid. “Waiting for Justice”. Multinational Monitor, p 15-19, en El Libro del Maquillaje Verde. Greenpeace.
  21. Avila Vazquez M, Nota C. Informe 1º Encuentro Médicos de Pueblos Fumigados. UNC. Ag 2010 http://www.reduas.fcm.unc.edu.ar/wp-content/uploads/2011/04/primer-informe.pdf
  22. Dawson AH, Eddleston M, Senarathna L, Mohamed F, Gawarammana I, Bowe SJ, Manuweera G, Buckley NA. Acute human lethal toxicity of agricultural pesticides: a prospective cohort study. PLoS Med. 2010 Oct 26;7(10):e1000357. South Asian Clinical Toxicology Research Collaboration, Faculty of Medicine, University of Peradeniya, Peradeniya, Sri Lanka
  23. Lin TJ, Walter FG, Hung DZ, Tsai JL, Hu SC, Chang JS, Deng JF, Chase JS, Denninghoff K, Chan HM. Epidemiology of organophosphate pesticide poisoning in Taiwan Clin Toxicol (Phila). 2008 Nov;46(9):794-801. Department of Emergency, Kaohsiung Medical University Hospital, Taipei, Taiwan.
  24. Srinivas Rao Ch, Venkateswarlu V, Surender T, Eddleston M, Buckley NA. Pesticide poisoning in south India: opportunities for prevention and improved medical management. Trop Med Int Health. 2005 Jun;10(6):581-8. University College of Pharmaceutical Sciences, Kakatiya University, Warangal, India.
  25. Eddleston M, Eyer P, Worek F, Mohamed F, Senarathna L, von Meyer L, Juszczak E, Hittarage A, Azhar S, Dissanayake W, Sheriff MH, Szinicz L, Dawson AH, Buckley NA. Differences between organophosphorus insecticides in human self-poisoning: a prospective cohort study. Lancet. 2005 Oct 22-28;366(9495):1452-9. South Asian Clinical Toxicology Research Collaboration, Centre for Tropical Medicine, University of Oxford, Churchill Hospital, Oxford, UK.

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