Vulcano Stromboli: la criticità rimane elevata


9 settembre 2011. Rafforzate le attività di presidio e vigilanza. Dopo gli episodi eruttivi degli ultimi giorni rimane confermata la criticità elevata per il vulcano Stromboli. Valutazione che resta valida almeno fino all’11 settembre incluso e che ha indotto le Guide Alpine Vulcanologiche, d’intesa con il Sindaco del Comune di Lipari, ad interrompere l’attività escursionistica sul vulcano. È dello scorso 5 settembre l’ultima esplosione “maggiore” dall’area craterica centrale del vulcano, con ricaduta di prodotti piroclastici incandescenti all’interno della terrazza craterica e lungo l’alto versante della Sciara del Fuoco. Si tratta della settima esplosione “maggiore” dall’inizio dell’anno.

Nell’ultimo periodo lo Stromboli ha evidenziato uno stato di attività particolarmente intenso, con forti esplosioni e colate laviche. Queste manifestazioni rientrano nella fenomenologia tipica del vulcano, caratterizzato per sua natura da attività persistente, con esplosioni di moderata energia, lancio di brandelli e possibile ricaduta di materiali pesanti. In condizioni di “criticità ordinaria” la ricaduta di materiali pesanti interessa generalmente la zona craterica e la Sciara del Fuoco. In caso di “criticità elevata”, la caduta di materiali può riguardare l’intera area sommitale. Indipendentemente dal livello di criticità, la ricaduta di materiali leggeri (ceneri, lapilli, piccole scorie), risente della direzione e dell’intensità del vento, e può quindi coinvolgere anche zone più estese.

Questa tipica attività esplosiva persistente del vulcano e le effusioni laviche non costituiscono una fonte di pericolo diretta per i centri abitati, anche se l’attività effusiva potrebbe rendere instabile il versante della Sciara del Fuoco, provocare frane e, di conseguenza, in casi eccezionali, maremoti.

Al di là delle esplosioni più frequenti i crateri dello Stromboli possono però essere interessati da altri tipi di esplosioni: quelle “maggiori” e quelle “parossistiche”. Le esplosioni maggiori possono verificarsi diverse volte l’anno e causare la ricaduta di materiali pesanti – blocchi rocciosi e bombe vulcaniche – nella parte alta del vulcano, mentre quelle “parossistiche” hanno tempi di ritorno più lunghi e possono lanciare materiali pesanti a maggiore distanza, interessando anche le quote più basse e raggiungendo, in alcuni casi, i centri abitati. Si tratta di fenomeni sempre possibili e, allo stato attuale delle conoscenze, non prevedibili, sebbene l’attività del vulcano venga costantemente monitorata dai Centri di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile attraverso un sistema di monitoraggio fra i più sviluppati e avanzati al mondo.

Pertanto chi dimora abitualmente sull’isola e chi decide di visitarla per apprezzarne la bellezza deve ricordare che Stromboli è un vulcano attivo e, purtroppo, imprevedibile in alcune sue manifestazioni eruttive: costituisce, quindi, un rischio che bisogna conoscere e con il quale bisogna imparare a convivere.

In particolare, in quest’ultimo periodo di intensa attività non si possono escludere repentini cambiamenti dei parametri monitorati. Pertanto le strutture di protezione civile nazionali e locali hanno innalzato il livello di attenzione, anche in considerazione della maggior presenza di persone sull’isola nella stagione turistica. Per questo, nelle scorse settimane il Dipartimento della Protezione Civile ha sensibilizzato le strutture territoriali di protezione civile ad assicurare, per le rispettive competenze, un rafforzamento delle attività di presidio e vigilanza e a garantire puntualità e tempestività nel comunicare eventuali anomalie legate all’attività del vulcano.

Fonte: Protezione Civile

Redazione

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