Sarà dai tagli della spending review e da un nuovo aumento delle accise sui carburanti che lo Stato reperirà le risorse per far fronte all’emergenza terremoto in Emilia Romagna. Il governo ha infatti deciso di chiedere ai singoli ministeri di trovare delle risorse al loro interno nell’ambito della revisione della spesa pubblica e ha optato per un rialzo immediato di 2 centesimi sia sulla benzina che sul gasolio che scatterà già dalla mezzanotte di oggi e che resterà in vigore fino al 31 dicembre di quest’anno.
I maggiori introiti per l’Erario derivanti dal rialzo della tassazione, stimabili in circa 500 milioni di euro, serviranno come copertura alle misure prese per dare tempestivo soccorso alle istituzioni e alle popolazioni colpite. Con un decreto ministeriale il governo ha infatti deciso il rinvio a settembre dei versamenti fiscali (Irpef, Ires, Iva, Irap, addizionali Irpef regionali e comunali ed anche per la nuova Imu) e con un dl di immediata applicazione ha stabilito la proroga al 31 dicembre del pagamento delle rate dei mutui e la sospensione degli adempimenti processuali e dei termini per i versamenti tributari e previdenziali, degli sfratti, oltre alla deroga del Patto di stabilità per i Comuni per le spese per la ricostruzione.
Saranno inoltre concessi contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi su beni artistici e culturali. Per favorire la ripresa dell’attività economica sono stati inoltre previsti un credito agevolato su fondo di rotazione CDP e sul fondo di garanzia MedioCredito Centrale e la delocalizzazione facilitata delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto. Se sulle proroghe fiscali il mondo politico sembra compattamente d’accordo, anche se il Pdl punterebbe ad una vera e propria esenzione totale, l’aumento dell’accisa ha già scatenato le perplessità dei sindacati, dei gestori e delle associazioni dei consumatori preoccupati per il rischio che il rialzo (il sesto nel giro di un anno e mezzo) si abbatta come un nuovo fardello sulle famiglie italiane. Un pericolo che potrebbe essere scongiurato però se anche le compagnie petrolifere faranno la loro parte. Proprio per questo a scendere in campo è stato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che ha chiesto all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’imposta. Ora toccherà alle aziende valutare con la dovuta attenzione, ma “nella propria autonomia”, come ha tenuto a sottolineare l’Up, l’invito “in considerazione dell’eccezionalità del momento”.