Buongiorno sig. Assessore, complimenti e auguri per il suo delicatissimo incarico assessorile.
Una breve premessa mi pare necessaria
Mi chiamo Giuseppe Messina e sono di Palazzolo Acreide, sono agronomo e coordinatore tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico, lavoro a Caserta dove abito.
Sono anche revisore ufficiale di cooperative di cui mi occupo da almeno 40 anni e recentemente ho dato alle stampe un manuale di 600 pagine in cui analizzo le novità introdotte per effetto della modifica dell’art.2135 del Codice civile (imprenditore agricolo) e le numerose possibilità di lavoro che si affacciano per i giovani in agricoltura attraverso le nuove figure professionali che potrebbero operare nelle aziende agricole. In altri termini come fare e non cosa fare (sono 250 anni che ci dicono cosa fare!).
Mi sto preparando a tornare a Palazzolo e da quasi un anno abbiamo costituito una cooperativa di allevatori (Cooperativa Apollo) che ha lo scopo di commercializzare i prodotti dei soci a partire dalla carne.
Sono 21 aziende, circa 800 vacche e 1200 vitelloni commercializzati.
All’interno vi sono pure allevatori in biologico (n.6), produttori di latte (n.4) e del Suino nero siciliano (n.3) per il quale abbiamo già approvato uno specifico disciplinare e costituita l’Associazione per la produzione della Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide con l’obiettivo di farne (forse entro l’anno) un presidio Slow Food.
Entro l’anno, inoltre, sarà costituito a Caserta il Consorzio Nazionale del Latte Nobile ed io sono stato indicato a rappresentarlo.
Immagino quanto sarà impegnato poiché anch’io ho fatto l’amministratore a Caserta (vice sindaco e Presidente del Consorzio smaltimento rifiuti CE3) per un intero mandato e per ben dieci anni sono stato impegnato in politica diciamo di tipo istituzionale.
Per il resto il mio impegno si è caratterizzato all’interno di Legambiente che ho fondato in Campania nel 1982 prima con il circolo a Caserta e poi nel 1986 con Lega per l’Ambiente regionale. Allo stato sono membro al secondo mandato del Consiglio Nazionale di Legambiente.
Da sempre mi sono occupato di agricoltura e la costituzione di una cooperativa a Palazzolo ha voluto essere come una concreta testimonianza a partire dal “come” affrontare e superare le problematiche che interessano l’agricoltura in Sicilia.
Le do queste informazioni perché vorrei che fosse chiaro il senso di questa mia nota e di chi le sta scrivendo.
Vengo subito al punto.
Illustre assessore,
Meno di quarant’anni fa il tasso di auto approvvigionamento alimentare in Sicilia era di circa il 70% oggi è precipitato al 20 (20% per la carne, 25% per il latte) se escludiamo il settore agrumicolo dove pesano sulla nostra testa oltre 350 kg di agrumi/abit nella regione. Ma siamo anche i primi nel settore dell’ortofrutta bio con il 17% della produzione nazionale. A questo si aggiunge però che il PIL della Regione ha le stesse percentuali del secondo dopoguerra!
Nel settore della carne il paradosso è che i nostri allevatori, di fatto non riescono a a vendere se non a prezzi scandalosamente bassi. L’intero settore è in mano ad un oligopolio di aziende del Nord per non parlare della mafia e di quanto condiziona l’intero settore (penso alla Bovinsicula che è stata fino a due anni fa, prima dell’intervento della magistratura, la seconda azienda italiana per la macellazione di ovini e caprini.
Nel settore del latte il disastro è stato pressoché totale e il Corfilac, ad esempio, forse il più importante laboratorio italiano, se non cambia pelle è destinato a scomparire e a portarsi al fondo anche le aziende che hanno assurdamente seguito illustri “scienziati” della facoltà di agraria di Catania che, importando un modello intensivo di sviluppo della produzione del latte (in un territorio che per l’84% è in collina e in montagna!) fondato sull’importazione dei riproduttori, dei principali alimenti (soia e del mais da oltre oceano per assicurare performance di produzione quantitativa!), hanno fatto indebitare in modo irreversibile l’intero settore che continua a produrre in modo largamente insufficiente al fabbisogno dell’isola mentre la Sicilia è diventata una sorta di Far West dell’agroalimentare. Anche se poi dobbiamo sentire alcuni suoi colleghi che celebrano la dieta mediterranea quale modello da esportare con i prodotti siciliani!
Avrei a questo punto diverse cose da dirle ma siccome penso che si sarà già stancato, la invito a valutare almeno due linee di azione da porre in essere nell’immediato:
1) ipotizzare un nuovo modello di produzione del latte in Sicilia.
Il Latte Nobile (www.lattenobile.it) non è una marca ma un marchio, messo su da uno dei più grandi scienziati del settore, il prof. Roberto Rubino (www.anfosc.it – cell.3488568631 – presidente@anfosc.it) che con l’attuale giunta campana stiamo tentando di mettere su un sistema di valutazione dei formaggi e della produzione del latte secondo il sistema appunto del Latte Nobile che è già sbarcato in Sicilia grazie alla Cooperativa Apollo e all’assistenza dell’ex Soat di Siracusa (dr. Taglia e dr. Giglio).
2) Rilanciare con forza la legge regionale n.20 del 2005 (vedi art.18) sulle mense scolastiche e l’obbligo di utilizzare prodotti locali nelle gare di approvvigionamento delle materie prime. Il Policlinico di Palermo ha fatto qualcosa del genere già nel 2009. Stiamo parlando di un obbligo di legge e non di una opzione politica che se rispettata assorbirebbe gran parte delle produzioni agricole regionale con beneficio di tutti senza ipotizzare nuovi “sussidi” alle imprese magari mascherati da contributi vari. Le aziende agricole siciliane non hanno bisogno di denari pubblici ma di sostegno a creare seri punti di aggregazione dell’offerta che è generalmente di qualità.
Mi fermo qui per il momento.
Se riterrà prendere in considerazione e riflettere su quanto le ho scritto dichiaro la mia disponibilità a collaborare.
Altrimenti grazie per l’attenzione e scusi se l’ho intrattenuta così tanto.
Giuseppe Messina
Presidente Cooperativa Apollo – Palazzolo Acreide SR