Maglietta bianca, pantaloni bianchi, scarpe bianche, cordone bianco stretto alla vite. Questo è un bianco-vestito. È un uomo di Santa Domenica, ma è soprattutto un ragazzo al quale il padre ha trasmesso la fede e la devozione per S. Antonio Abate.
Già in questi ultimi giorni del mese di agosto, si sente nell’aria l’attesa del giorno di festa, del giorno durante il quale i bianco-vestiti portano a spalla la vara del Santo per quasi dodici ore, senza mai posarla. Una fatica dura, ma tanta, tanta forza di devozione.
È ormai strano al giorno d’oggi vedere espressa tanta fede da parte, soprattutto, di giovani. Eppure, la prima domenica di settembre, giorno della festa di S. Antonio Abate a Santa Domenica Vittoria, quello che più colpisce è la forza, la grinta e soprattutto il cuore di quei ragazzi che danno ed esprimono tutto nei confronti del loro Santo protettore.
Santa Domenica Vittoria è un piccolo paese dove ormai è rimasto ben poco del passato e il futuro, purtroppo, è immaginato altrove dai ragazzi del luogo. Ma se c’è una cosa che richiama ed unisce ancora oggi i santadomenicenzi, è la festa in onore di S. Antonio Abate.
Bombe, sirene, coriandoli, grida di gioia, la banda in festa, fuochi d’artificio, bancarelle di ogni genere, il profumo del castrato per le vie del paese, il verso degli animali donati al Santo, le offerte in denaro, la gente commossa affacciata ai balconi delle proprie case mentre aspetta impaziente la vara del Santo, la richiesta di un voto, ma anche il ringraziamento di un desiderio esaudito, il grido di fede dei bianco-vestiti, tutto questo è il vero protagonista della festa che affascina, commuove e travolge chiunque sta lì ad ammirare.
E chiamammuru cu divuzzioni viva, viva a Sant’Antoni: questo è il grido di fede e di devozione dei bianco-vestiti che tocca il cuore dei santadomenicenzi e rimane nei ricordi di chi ha assistito a uno spettacolo forse un po’ troppo folkloristico, ma con un velo di fede nascosta.
