La dichiarazione di Bariloche

Nucleare no grazie. Le ragioni per cui Organizzazioni della Patagonia riunite in assemblea nella città di Bariloche – Argentina, dichiarano la loro ferma opposizione all’energia nucleare. E in Italia?

– Non è certo che l’energia nucleare sia pulita né economica né neanche sicura. Quello che è accaduto in Giappone può accadere da noi. La storia dell’industria nucleare ha dimostrato, con catastrofiche evidenze, che non ci sono “incidenti” né “rischio” ma una permanente minaccia e conseguenze concrete di un’industria che mai avrebbe dovuto essere avviata.

– Non siamo disposti a mettere a rischio la salute dei lavoratori, delle popolazioni vicine alle installazioni nucleari o alle miniere di uranio, dell’aria e dell’acqua di fiumi e dei mari.

– Il trasporto di sostanze chimiche o radioattive significa insicurezza. Respingiamo qualunque politica energetica che fomenti questa attività, perché minaccia questa generazione e quelle future.

– Non ci sono da nessuna parte del mondo posti appropriati per i residui nucleari.

– Non saranno mai realizzate le norme nazionali ed internazionali in materia di sicurezza nucleare. Non possiamo fidarci del controllo dell’industria perché le persone che compongono l’Ente Nazionale di Regolazione di Energia Nucleare partecipano o hanno partecipato attivamente all’industria nucleare.

– La legislazione vigente ostacola la partecipazione popolare a tutti i livelli, nazionale, provinciale municipale, (Legge 24.804 – Attività Nucleari e Legge 25.018 – Gestione di Residui Radioattivi). Favorisce, invece, la presenza di un’ostinata tecnocrazia legata ad interessi transnazionali che si destreggia con propri codici e segreti con la scusa che il nucleare è “strategico” o “militare.”

– L’energia nucleare ha un’origine bellica e continua ad essere bellico, per esempio il sottoprodotto di qualunque generazione nucleare, benché sia pacifica, è l’uranio impoverito che si usa per fabbricare armi.

– La domanda di fondo non è solo a che prezzo vende o che sussidi ha ricevuto o riceve, in denaro o natura, bensì per quale motivo, per chi e con quali conseguenze si genera. Non è necessaria più energia, tuttavia i fanatici del nucleare propongono una produzione nucleare per il settore minerario. C’è sufficiente energia ma male distribuita. Solo la miniera Bajo la Alumbrera, ad esempio, consuma la stessa quantità di energia che produce l’obsoleta centrale nucleare di Atucha (equivalente al consumo di tutta la provincia di Tucumán). Se non avviassimo progetti per megaminiere non sarebbero necessarie centrali come Atucha.

– L’attuale modello di produzione, distribuzione, commercializzazione, ed accesso all’energia è costoso, socialmente ingiusto, inaccessibile per tutta la popolazione, causa di inquinamento, deliberatamente complicato ed ambientalmente insostenibile.Non ha niente a che vedere congli interessi nazionali, e non è giustificato dall’importanza degli investimenti. Il nucleare fa parte di un sistema energetico continentale ed è solo inteso come business non come risposta alle necessità sociali. Implica che i commercianti e concessionari di quell’energia prodotta nella regione ricevano, come altre, enormi sussidi e vantaggi, affinché dopo si venda a tariffe alte per perpetuare i modelli di sviluppo atrtuali a vantaggio delle multunazionali e non della popolazione e dell’ economia locale.

Pertanto chiediamo:

– La moratoria nucleare e la chiusura delle centrali nucleari esisttenti

– Delle norme precise per l’energia ed il suo trasporto.

– Che le attività di prevenzione e le simulazioni di emergenza coinvolgano le popolazioni.

– La modifica delle Leggi 24.804/97 e 25.018/98 che hanno escluso la partecipazione popolare dal dibattito nucleare a livello nazionale, provinciale e municipale. Si avvii, inoltre, un dibattito per una economia che non dipenda dai grandi consumi di energia. che è la vera sfida sociale, scientifica e politica.

– La creazione di un ente regolatore che coinvolga ricercatori di università pubbliche ed organizzazioni indipendenti che non abbiano vincolo diretto o indiretto con le industrie estrattive o energetiche.

– Ampia partecipazione popolare in qualunque tema nucleare, rispettando così l’Art. 41 della Costituzione Nazionale per il diritto di vivere in un ambiente sano e non inquinato. Che si realizzi una consulta popolare informata.

– Una piena informazione sul Piano Nucleare Argentino.

– Poiché l’energia nucleare rappresenta attualmente il 7% della produzione energetica nazionale, chiediamo che la si sostituisca con energie rinnovabili come qulla solare ed eolica.

– No alle miniere di uranio in qualunque forma.

– No alla generazione di residui radioattivi No all’accoglienza di residui radioattivi altrui. Che si mantenga il combustibile radioattivo esistente nei reattori fino a quando non si trova un metodo sicuro di smaltimento.

– Basta bugie e minimizzazioni della tragedia del Giappone. Non vogliamo un altro Chernobyl né Fukushima nel pianeta.

Invitiamo il governo, i partiti politici, l’industria nucleare argentina con i suoi tecnici ad impegnarsi per una rapida transizione verso altri obiettivi e mezzi che garantiscano l’attenzione della salute e la vita.

San Carlos de Bariloche, 16 Aprile 2011.

 

Asociación Civil Arbol de Pie – Comunidad del Limay – Asociación Ecologista Piuke – Asociación Lihue – Asamblea Comarcal contra el Saqueo del paralelo 42 – Foro Permanente por el Medio Ambiente en Neuquén – Vecinos x el Agua, Trevelin – Alerta Angostura – Dejen de Desmontar – Soberanía Alimentaria del Foro Permanente por una Vida Digna de la Comarca Viedma – Carmen de Patagones – Asociación Civil El Brote – Proyecto Sur El Bolsón – Vecinos de Bahía Serena – Asamblea Patagónica contra al Contaminación y el Saqueo – Fundación Ecosur-GPS Grupo de Planificación Sustentable – Renace – Abrazo Verde – Uñopatun – Asamblea Sanidarios, Cuenca del Nahuel Huapi Limay, Neuquén y Negro.

Fonte: RENACE (RED NACIONAL DE ACCION ECOLOGISTA de la Argentina)

Redazione

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