Inflazione: +17% prezzi zucchero e caffè. Meglio spremuta


Volano i prezzi di zucchero e caffè che fanno registrare entrambi un aumento record del 17 per cento rispetto allo scorso anno, cinque volte più elevato dell’andamento generale dei prezzi dei prezzi al consumo. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a novembre. L’andamento internazionale delle quotazioni delle materie prime ha provocato – sottolinea la Coldiretti – un rincaro consistente del costo della tazzina anche in Italia. L’aumento dei prezzi di caffè e zucchero potrebbe dunque portare a una modifica delle abitudini alimentari, specie a colazione, spingendo gli italiani verso alternative, anche più salutari, come la spremuta di agrumi. Proprio in questo periodo entra nel vivo la stagione di arance, mandarini e clementine, con una produzione stimata di circa 2,4 milioni di tonnellate e una qualità che si annuncia ottima.

Un’idea tanto più utile se si considera che la componente fondamentale delle arance la vitamina C, importantissima per il potenziamento delle difese immunitarie in vista dell’arrivo dell’influenza stagionale. Il consumo di arance, mandarini e clementine, infatti, ha effetto contro i radicali liberi prodotti dal nostro organismo nel periodo invernale che vanno a fare decadere dal punto di vista fisico e psichico l’organismo stesso. Invece di prendere sostanze multivitaminiche che vanno per la maggiore di questi tempi – continua Coldiretti – una corretta assunzione naturale di vitamina C attraverso gli agrumi oltre a incidere molto meno dal punto di vista economico sulle tasche dei consumatori gioca un effetto migliore sulla salute e gratifica il palato.

Le arance – spiega la Coldiretti – sono il secondo frutto, dopo le mele e prima delle banane, consumato in quantità dagli italiani. Se sommiamo alle arance i consumi di clementine, limoni e mandarini, possiamo tranquillamente dire che gli agrumi, nel complesso, sono il frutto fresco più presente sulla tavola degli italiani. Lo stesso discorso vale per i succhi di frutta, con il primato dei prodotti a base di arancia. Nel caso dei derivati esiste però il problema della mancanza di etichettatura trasparente. Infatti sulle confezioni non è ad oggi obbligatorio riportare la provenienza degli agrumi utilizzati nei succhi, ma anche nelle bibite, spesso a base di concentrati provenienti da migliaia di chilometri di distanza. Non solo, troppo spesso si trovano sul mercato prodotti poco trasparenti, le cosiddette bibite di fantasia, che ingannano il consumatore, soprattutto i giovani, sugli effettivi contenuti di questi prodotti, veri concentrati di zuccheri e aromi, ma poveri, se non privi, dell’effettiva presenza di agrumi nei loro ingredienti.

Fonte: Coldiretti

Redazione

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