Il via agli spari, milioni di animali uccisi


Come ogni anno, la terza domenica di settembre apre la stagione venatoria e si torna a sparare nei boschi, nelle campagne, nelle aree verdi delle nostre regioni. Anche quest’ anno, tra merli, tordi, anatre selvatiche e altre specie così rare da spingere l’Ispra a chiedere lo stop o la forte limitazione per la caccia, saranno milioni gli animali uccisi.

Sembrerebbe che nel corso degli anni lo scenario sia rimasto quasi immutato, ma non è così. La legge 157/92 è stata adeguata e completata rispetto alle direttive comunitarie, inserendo esplicitamente due principi fondamentali: il divieto di caccia nei periodi di riproduzione e di dipendenza dei piccoli dai genitori, e il rispetto della migrazione pre-nuziale che molti uccelli iniziano già nei primissimi giorni di gennaio per dirigersi verso i luoghi di nidificazione.

Questo, secondo la legge e secondo l’Ispra, per molte specie comporta necessariamente un accorciamento del periodo di caccia, anche per evitare il disturbo biologico per quelle impegnate proprio nelle fasi di riproduzione e dipendenza, le più delicate per la loro sopravvivenza. Puglia, Calabria, Basilicata e in genere le regioni del Sud hanno deciso di adeguarsi eliminando dal calendario dieci o venti giorni di caccia per le specie particolarmente sensibili, il che ha suscitato l’ira dei cacciatori estremisti.

Altre hanno fatto dei piccoli “tagli”, ma altre continuano come se niente fosse: Lazio, Marche, Umbria, Sardegna e alcune province toscane non hanno voluto adeguarsi alle regole per non perdere i consensi della lobby venatoria più oltranzista. Non mancano dunque preoccupanti passi indietro. «La situazione italiana richiede un grande sforzo comune – denuncia l’Enpa – che non si può certo sostanziare nella risposta del Parlamento con il sub-emendamento presentato del senatore Molinari (Api), che, attraverso lo strumento del “controllo” faunistico, vorrebbe aprire a una deregulation venatoria anche per le specie protette in tutto il territorio nazionale.» Dal canto loro, i cacciatori minacciano scioperi per tutelare presunti, diritti inesistenti nella realtà – la caccia, infatti, è una concessione –, mentre il loro numero si assottiglia di anno in anno.

E sono sempre più numerose le persone che vorrebbero abolire questo sadico divertimento, ma che vorrebbero anche godere appieno il diritto di muoversi sul territorio in piena sicurezza, senza cioè rischiare di rimanere vittima di “incidenti” spesso fatali. Ed è proprio a loro che l’Enpa rivolge due inviti importanti. Il primo è per la manifestazione contro la caccia, che si terrà il 17 settembre alle 15.30 a Torino (Porta Susa); l’altro è per la Marcia della Pace di Assisi, prevista per il 25 settembre dove saranno presenti l’Enpa e le associazioni animaliste e ambientaliste per dire no alla violenza sugli animali e alle uccisioni per divertimento. Quindi anche un forte “No alla Caccia”.

Fonte: Enpa

Redazione

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