Conquista anche la copertina di Topolino il mercato degli agricoltori a chilometri zero, che nell’ultimo numero affascina clienti comuni perché offre “tutta roba sana, coltivata come si deve” e persino l’attento Paperon De Paperoni “che dopo aver perso un capitale cerco di risparmiare come posso”. E’ questa una delle curiosità emerse dal Workshop “I consumi alimentari: evoluzione strutturale, nuove tendenze, risposte alla crisi”, promosso dalla Coldiretti nell’ambito del Gruppo 2013 coordinato dal Professor Fabrizio De Filippis.
Il calo di vendite dei suoi supermercati – riferisce la Coldiretti – spinge Paperone a fare un giro al mercato degli agricoltori dove fanno la spesa anche i sui nipoti. “I prodotti sono a km zero coltivati nelle terre intorno a Paperopoli – gli spiegano Qui, Quo e Qua -, cosi si evitano lunghi viaggi inquinanti per il trasporto e frutta e verdura sono più buone perché appena colte”. Tra i produttori c’è, ovviamente, anche Nonna Papera che, oltre a vendere, dà ai clienti consigli di cucina e di giardinaggio. Paperone e il suo rivale Rockerduck cercano quindi di sfruttare l’idea del famers’ market a livello industriale ma, forzando eccessivamente i ritmi naturali, il risultato sarà un prodotto scadente e i consumatori torneranno ad acquistare al mercato contadino. Dalla storia di copertina dell’ultimo numero dell’edizione italiana del popolare fumetto “Zio Paperone e la campagna in città” viene dunque un importante riconoscimento del grande successo degli acquisti diretti dai produttori agricoli che in tempi di crisi in Italia sono cresciuti del 30 per cento in controtendenza rispetto all’andamento generale che evidenzia un calo in tutte le forme distributive e per tutte le tipologie di prodotto, alimentari e non, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi a luglio 2011.
Nel corso del 2010 ben 8,3 milioni di italiani hanno fatto acquisti nei mercati degli agricoltori di campagna Amica che oggi possono contare su oltre 800 punti di vendita presenti in tutte le Regioni grazie alla partecipazione di 16mila produttori agricoli. Con la crisi, l’affermazione degli acquisti diretti dagli agricoltori è il frutto – sottolinea la Coldiretti – della ricerca della combinazione ottimale tra qualità, sicurezza e prezzo, ma anche della crescente percezione della responsabilità sociale ed ambientale che ha ogni atto di acquisto. Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica – continua la Coldiretti – si trovano prodotti locali del territorio che non devono affrontare lunghi trasporti con mezzi inquinanti, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.
ll 62 per cento dei visitatori dei mercati degli agricoltori (farmer’s market) sono donne, il 48 per cento ha una età compresa tra i 35 ed i 54 anni e ben il 68 per cento ha una scolarità medio alta, mentre la scelta è fortemente condizionata dalla ricerca di cibi sani, di informazioni sui prodotti e dal bisogno di essere rassicurati su quello che si mette nel piatto, secondo l’indagine Coldiretti/Swg. La voglia di conoscenza è confermata dal tempo di permanenza che è in media di 32 minuti, molto elevato se si tiene conto dell’ampiezza della struttura. Tra le richieste avanzate dai consumatori che frequentano i mercati ci sono la possibilità di avere una gamma più vasta di prodotti, una maggiore frequenza nelle aperture, l’organizzazione di gruppi di acquisto con i produttori dei mercati e la possibilità di visitare l’azienda o di “adottare” una produzione. I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono nell’ordine – sottolinea la Coldiretti – la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, con una spesa media di circa 26 euro per visita. Estremamente elevato il grado di soddisfazione che è alto per il 75 per cento degli acquirenti, medio per il 20 per cento mentre solo per il 2 per cento è basso ed un 3 per cento non risponde. Il giudizio positivo – conclude la Coldiretti – è confermato dal fatto che ben il 91 per cento dei clienti è propenso a consigliare questa forma di acquisto ad altri, con il passaparola che è l’unica forma di “pubblicità” adottata per far conoscere i mercati.