Dall’inizio della crisi sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013. Nei 2013 in Italia sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (25 per cento), farine pane e pasta (15 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (7 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (18 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost che spesso nascondono frodi e adulterazioni.
Dalla carne di cavallo spacciata per manzo nei ragù e cibi pronti ai cibi etnici con scadenza alterata, dai salumi ottenuti da carne olandese spacciati come Made in Italy ai prodotti importati contaminati da ogm ma anche le truffe sul falso biologico proveniente dall’estero o quelle del pesce marcio ringiovanito da agenti chimici proibiti in Italia come il cafados sono alcuni esempi di frodi che hanno segnato il 2013 secondo il monitoraggio dalla Coldiretti.
A preoccupare – precisa la Coldiretti – è il fatto che su 39308 controlli in ben 13.255 casi sono state individuate non conformità, in altre parole in un caso su tre. L’attività dei carabinieri dei Nas nel 2013 ha portato all’arresto di ben 31 persone mentre 1926 sono state segnalate all’autorità giudiziaria e 10981 a quella amministrativa.
Gli ottimi risultati dell’attività dei Nas confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché – sottolinea la Coldiretti – si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo.
Un segmento che è notevolmente cresciuto negli anni della crisi come dimostrano i dati sul commercio al dettaglio nei discount alimentari che peraltro nel corso del 2013 sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento). A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori – sottolinea la Coldiretti – dall’abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare.
Dietro questi prodotti low cost spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Lo dimostra il fatto che sul mercato mondiale la pressione della crisi è sostenuto il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali utilizzati per nascondere la bassa qualità degli alimenti. L’Interpol nel 2014 in una sola operazione ha sequestrato più di 1200 tonnellate di cibo falso o scadente e quasi 430mila litri di bevande contraffatte in 33 Paesi tra Europa, Asia e Americhe.
Dallo Champagne contraffatto in Italia alle lumache di frodo in Spagna, ai dadi da cucina nelle Filippine alle carni in Francia ma l’operazione ha anche portato al ritiro di 131mila litri di olio e aceto, 80mila biscotti e barre di cioccolato, 20 tonnellate di spezie e condimenti, 186 tonnellate di cereali, 45 tonnellate di latticini e 42 litri di miele.
Si tratta di preoccupazioni che riguardano anche l’Italia che è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate proveniente dall’estero. Il risultato è che nel 2013 sono aumentati del 14 per cento gli allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi.
Si tratta – conclude la Coldiretti – di un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi.