Arriva la carta d’identità molecolare per la carne di agnello. Permette di individuare razza e bioterritorio di provenienza del campione esaminato ed é stata messa a punto da un gruppo di ricerca coordinato dall’università di Bari, al quale partecipano il Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (ConSDABI) di Benevento e l’università di Foggia.
Sperimentata su agnelli allevati in Puglia (appartenenti alle razze Leccese, Altamurana e Gentile di Puglia) e nel Sannio (razze Laticauda e Bagnolese) si basa, ha spiegato il Presidente del ConSDABI , Donato Matassino, ‘’sulla mappa delle proteine dei campioni esaminati ottenuta mediante una tecnica di indagine chiamata elettroforesi’’. La mappa si presenta come un insieme di spot visibili come macchie che rappresentano le proteine (identificate grazie alla spettrometria di massa) le quali funzionano come se fossero le impronte digitali dell’agnello da cui proviene il campione.
Il volume degli spot, infatti, ha aggiunto Matassino, svela razza e provenienza dell’agnello. “La tecnica – ha proseguito – oltre alla razza, permette di individuare il bioterritorio specificodove ha pascolato l’animale perché le erbe del pascolo a seconda del bioterritorio hanno una diversa composizione chimica che si rispecchia nelle carni”. Il test è talmente preciso che, ha raccontato Matassino, “durante la sperimentazione siamo riusciti addirittura a scoprire che quattro capi esaminati provenienti da una zona della Puglia al confine con la Campania, si comportano come se avessero pascolato nel Sannio”. Il prossimo passo, ha aggiunto, sarà realizzare un kit veloce per ottenere questo tipo di analisi in un giorno. Al progetto, coordinato da Dario Cianci dell’Università di Bari partecipano, oltre al ConSDABI, i gruppi coordinati da Aldo Di Luccia e Antonio Muscio entrambi dell’Università di Foggia.
Fonte: Ansa