Il primo rapporto sull’agricoltura biologica in Italia, frutto dell’interazione fra diverse istituzioni che operano nel settore biologico ed elaborato nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, è stato presentato al SANA di Bologna. Il rapporto vuole tracciare un quadro conoscitivo della situazione del settore, con particolare riferimento alla produzione, al mercato, alla normativa e al sostegno pubblico. Il quadro informativo è completato da elementi specifici sull’organizzazione del settore, come il funzionamento del sistema di controllo e l’etichettatura dei prodotti.
Con il regolamento (CE) n 834/07, l’Unione euorpea definisce come agricoltura biologica “…un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale».
L’agricoltura biologica riveste una rilevanza di primo piano nell’agricoltura italiana: da produzione di nicchia è arrivata a conquistare quote significative della fase produttiva e fasce sempre più ampie del mercato agroalimentare. Per questa ragione la Rete Rurale Nazionale, dopo questo primo rapproto, intende fornire un aggiornamento sitematico in grado di tracciare l’evoluzione del comparto nel panorame dell’agricoltura nazionale.
Il rapporto inizia con l’analisi della situazione strutturale della aziende sia nel contesto internazionale e nazionale. Si calcola che nel 2009 gli ettari di agricoltura biologica coltivati nel mondo erano ben 37 milioni, il 6% in più dell’anno precedente. L’Europa con i suoi 9,3 milioni di ettari è il secondo continente dopo l’Oceania, dove gli ettari di superficie di agricoltura bologica sono 12 milioni. L’italia, con 1,1 milioni di ettari si colloca all’ottavo posto tra i Paesi al mondo con la superficie biologica più elevata. Metrre in Europa è seconda solo alla Spagna.
Il principale orientamento produttivo biologico in Italia è quello cerealicolo (251.906 ha) su un totale di 1.106.684 ha), mentre gli operatori notificati sono 48.509.
L’analisi territoriale mette in evidenza come l’agricoltura biologica si concentri nel Sud della penisola, con il più alto numero di operatori in Sicilia, Calabria e Puglia e le maggiori superfici biologiche in Sicilia, Puglia e Basilicata.
Il biologico a livello mondiale nel 2009 ha sviluppato un giro d’affari pari a quasi 55 miliardi di dollari, con un incremento del 5% rispetto al 2008, ripartito in maniera quasi eguale tra Nord America ed Europa. In Europa è la Germania la maggiore produttrice di fatturato per i prodotti bio. Il nostro Paese si colloca al quarto posto dopo Germania, Francia e Rwegno Unito ed al quinto a livello mondiale.In termini di spesa pro capite con una spesa di 139 Euro/anno è la Danimarca la prima della classe .
Sono in crescita i canali distributivi non specializzati e stanno assumendo una importanza cresecnte forme alternative di vendita come i Gruppi di acquisto solidali , i mercati bio, le mense scoastiche, gli agriturismi ed i ristoranti.
Il rapporto prosegue con una approfondita disamina delle politiche per l’agricoltura biologica, anlizzando la normativa comunitaria, nazionale e regionale, evidenziando l’impegno profuso dalle amministrazioni regionali, provinciali e comunali riguardo ai servizi, alla formazione ed alla informazione per il settore. Particolare attenzione è stata posta nell’analisi del Piano di Azione Nazionale per l’agricoltura biologica ed al ruolo che quest’ultima ricopre nell’ambito dei PSR regionali evidenziandone le attività di ricerca nazionali e regionali attualmete in corso.
Il rapporto, poi, analizza in maniera approfondita l’organizzazione e le caratteristiche del settore, soprattutto per ciò che riguarda il controllo e la certificazione. Le attività di controllo sono affidate ad organismi di controllo (OdC) privati autorizzati ed all’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) del MIPAAF. Quest’ultimo in particoalre svolge, tra l’altro, un ruolo di tutela dei consumatori e di salvaguardia dei produttori da fenomeni di sleale concorrenza lungo tutta la filiera produttiva dei prodotti agroalimentari (trasformazione, magazzinaggio, trasporto, commercio, somministrazione e importazione degli alimenti e dei mangimi), inclusi quelli biologici, effettuando controlli ufficiali, essenzialmente di tipo merceologico, sulla qualità, genuinità e identità dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione agricola (sementi, mangimi, fertilizzanti e fitosanitari). Particolare attenzione è stata posta sull’etichettatura dei prodotti biologici e sulla normativa internazionale del settore e sull’import export per il commercio internazionele.
Un ultimo aspetto trattato dal rapporto è la cosiddetta agricoltura sociale e sul ruolo positivo da essa svolta nei confronti di soggetti svantaggiati . Le 221 aziende censite nel 2011 contro le 107 del 2007, rappresentano sicuramente un fenomeno non trascurabile.
Scarica il Bioreport 2011 (8.92 MB)