Un cane di razza bretone è stato miracolosamente estratto vivo dopo quasi due giorni di “sepoltura forzata”, dovuta non ad eventi catastrofici come terremoti o alluvioni ma alla pazzia di colui che in qualità di padrone doveva prendersene cura.
Così grazie alla segnalazione di un cittadino che sentendo dei lamenti provenire dal terreno ha allertato la polizia locale di Desenzano del Garda (BS), Jerry questo il nome del cane, è stato estratto ancora vivo e affidato alle cure dei veterinari dell’Asl. Le indagini hanno portato in poche ore all’identificazione del proprietario del cane che ha ammesso di avere sepolto il suo animale 40 ore prima. Il desenzanese è stato deferito all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali (artt. 544 ter e 727 del C.P.), la particolare crudeltà del maltrattamento, poi, rende ancora più grave l’accusa.
«Questo è un fatto di una gravità inaudita che purtroppo conferma come, nonostante i passi avanti compiuti dal nostro Paese in materia di tutela e protezione degli animali, continuino a sussistere pericolose sacche di inciviltà, di ignoranza, di intollerabile crudeltà.» Lo dichiara il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, che aggiunge: «l’Enpa si costituirà parte civile nel procedimento a carico dell’indagato. Auspico che le persona sia punita con una punizione esemplare. La nostra coscienza del nostro Paese non può accettare che si verifichino episodi così raccapriccianti.»
[facebook_ilike]