Farsi recapitare un cucciolo di tigre o un orso malese, scommettere su corse clandestine, esibire foto e filmati di maltrattamenti o uccisioni. Nell’era digitale anche la criminalita’ ai danni degli animali passa sul web. Un fenomeno nuovo, dai numeri allarmanti, che va ad allargare le maglie della mafia zoologica.
Il rapporto Zoomafia 2011 – diffuso dalla Lega Antivivisezione e realizzato dal criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, Ciro Troiano – stima in 3 miliardi di euro il giro d’affari illegale generato dallo sfruttamento degli animali.
Accanto alle illiceita’ ‘storiche’ come le truffe nell’ippica e le corse clandestine di cavalli, il bracconaggio, la pesca illegale e le lotte tra cani, di cui si registra una preoccupante ripresa, si afferma una nuova frontiera criminale: il traffico di animali via internet.
La zoomafia sfrutta la semplicita’ del canale online – bastano un pc, una connessione al web e la carta di credito – per moltiplicare le sue entrate. Solo per quanto riguarda il traffico di animali e piante le stime dell’Onu parlano di un business da 144 miliardi di dollari all’anno, legato all’alimentazione, alla moda, alle medicine tradizionali, al collezionismo.
E in rete si puo’ comprare di tutto: pesci tropicali, rapaci, pappagalli, tartarughe, cardellini, ma anche cani da combattimento e trofei di caccia. Oltre al traffico e al commercio, l’uso del web riguarda la raccolta di scommesse su competizioni clandestine, la promozione di attivita’ illegali e un ampio ventaglio di truffe e raggiri con uso fittizio di animali. Il fenomeno piu’ consistente e’ pero’ la diffusione di immagini e video.
Si va dall’uccisione gratuita – animali dati alle fiamme, lanciati da edifici, scuoiati vivi – al maltrattamento violento, fino a fenomeni piu’ complessi come il ‘crush fetish’, una forma di feticismo che prevede il calpestamento di animali. Diversi filmati immortalano le corse clandestine di cavalli, che sono la prima fonte d’entrate della zoomafia. Insieme alle truffe ippiche, infatti, rappresentano un business da un miliardo di euro. Molto redditizio anche il settore dei canili e del traffico di cani, che frutta ai criminali 500 milioni, e quello dei combattimenti tra animali (300 milioni).
Altro mezzo miliardo viene dal contrabbando di fauna e dal bracconaggio, mentre genera 400 milioni di euro la ‘cupola del bestiame’: falsificazione di documenti sanitari, associazione per delinquere, contraffazione di sostanze alimentari, macellazione clandestina, abigeato e doping sono solo alcuni dei reati accertati nel 2010 che vanno ad alimentare le casse della criminalita’ organizzata.
Fonte: Ansa