Otto stazioni sismometriche mobili per rilevare lo sciame seguito al terremoto in Emilia e misurare lo scuotimento sul territorio sono state installate da una squadra dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste.
“Tutte le stazioni lavoreranno off-line – spiega Enrico Priolo, coordinatore della squadra dell’Ogs – vale a dire che raccoglieranno i dati per circa tre settimane prima di essere recuperate per la loro analisi”.
La raccolta di informazioni con questa modalità integra i rilievi effettuati dalle stazioni sismometriche e accelerometriche in corso di installazione da parte del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e dell’Ingv.
Sarà possibile comprendere l’evoluzione del fenomeno sismico studiando la serie di scosse minori (aftershock) che normalmente seguono un sisma di forte intensità, e valutare come i terreni rispondono all’eccitazione sismica.
Comprendere come si è sviluppata la rottura della faglia che ha generato il terremoto e come si distribuiscono gli aftershock permette di valutare, nell’area circostante, se e dove la crosta terrestre stia eventualmente accumulando ulteriori tensioni interne, e quindi di valutare la possibile evoluzione del terremoto.
Fonte: Ansa