Ramacca: “il paese del il pane” dove l’identità, la fede e la cultura sono un tutt’uno con la grazia di Dio.

Tra le feste legate al pane in Sicilia, quella di Ramacca (nel Catanese) assume delle connotazioni davvero singolari. In questa cittadina, il pane è molto più di un alimento: è identità, cultura e profonda religiosità.

La tradizione del pane a Ramacca è legata a un’antica vocazione agricola. L’economia locale è stata per secoli basata sulla produzione di grano duro; a testimonianza di ciò, si narra che il compositore Richard Wagner, osservando i campi dorati durante un soggiorno, trasse l’ispirazione per comporre il noto “Inno dei mietitori”.

“L’Atlante del pane di Sicilia” del Consorzio Ballatore descrive la celebre Vastedda di Ramacca: una forma rotonda di circa 25 cm di diametro e un chilogrammo di peso, caratterizzata da una minuta alveolatura e una crosta croccante. L’impasto viene preparato con semola, usando sia lievito naturale che lievito di birra.

Ancora più radicato è il pani di casa, la cui produzione è oggi prevalentemente familiare. Si usa un criscenti (lievito madre) rinnovato ogni 12 ore. Sebbene oggi siano pochi i panifici che mantengono l’uso del lievito naturale e dei forni a legna a fuoco diretto, la tradizione sopravvive.

L’impasto è realizzato con farine derivanti dal grano coltivato nell’areale tipico caldo-arido del ramacchese e acqua calda a circa C, lavorato all’interno della maidda, un contenitore di legno trapezoidale. Le pezzature tradizionali sono da 1,5 Kg, con forme come la ciambella (cucciddati) e quella allungata (filuni). Dopo una lievitazione di circa un’ora e mezza (estate) o tre ore (inverno), il pane viene infornato per circa 35-40 minuti.

La tradizione del pane a Ramacca è profondamente legata anche alla festa di San Giuseppe. Durante le celebrazioni in onore del patrono, il pane sacro occupa un posto centrale. Queste forme speciali – tra cui la cuddura, la forma a ciambella, il cuore simboleggiante la Sacra Famiglia, la palma dedicata alla Madonna e il bastone fiorito di San Giuseppe – adornano gli altari. Gli altari sono in realtà grandi tavole imbandite con tutte le specialità gastronomiche locali, dolci, biscotti e primizie (con l’esclusione di carne, poiché la festa si svolge in Quaresima). Preparati in molte case per voto o grazia ricevuta, questi allestimenti uniscono ritualità, simbologia secolare, solidarietà comunitaria e ospitalità. La sera del 18 marzo è usanza visitare gli altari di San Giuseppe nelle case aperte ai visitatori fino a tarda ora.

Ogni anno, a Ramacca, si svolge la “Sagra del Pane”, un evento che richiama un folto pubblico da tutta la Sicilia, desideroso di degustare il pane caldo e ritrovare antichi sapori. Le vie del paese si animano con forni artigianali, offrendo una varietà che va dai pani di grani locali e pagnotte rustiche lavorate a mano, a focacce fragranti e dolci da forno. Il profumo che si diffonde evoca le tradizioni contadine e l’abilità artigiana di chi impasta come una volta. La sagra offre l’opportunità di assaggiare il pane appena sfornato, accompagnato da eccellenze locali come olio extravergine, formaggi, salumi e marmellate.

I visitatori possono assistere al processo completo di panificazione, dalla scelta del grano alle lievitazioni naturali, fino alla cottura nel forno a legna. I bambini possono partecipare a laboratori per impastare, modellare e conoscere i lieviti. Nel pomeriggio e in serata, l’atmosfera si arricchisce con spettacoli musicali dal vivo, folklore e incontri culturali. Oltre al gusto, la sagra è un’occasione per riscoprire il territorio di Ramacca, visitare la campagna circostante e comprendere come il pane sia da sempre legato all’identità locale. È una festa partecipata che unisce famiglie, giovani e anziani per celebrare un alimento che è al contempo cibo, memoria e futuro.

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