Pioppicoltura sostenibile: Friuli Venezia Giulia prima in Italia

Dei 7.500 ettari di pioppeti italiani certificati secondo gli standard della Gestione Forestale delle Piantagioni (Gsp), 4.200 sono piantati e coltivati in Friuli Venezia Giulia (il 56 per cento). Un primato assoluto, erede del 2006 l’anno in cui, all’avanguardia in Italia, la regione ottenne la prima certificazione nella coltivazione del pioppo. Numeri e considerazioni approfondite in occasione delle celebrazioni del Pefc Italia (lo schema di certificazione forestale più diffuso al mondo) per il suo 20° compleanno che ha voluto festeggiare all’aperto con una serie di visite tecniche e conoscitive che, per il Friuli VG, hanno interessato proprio i pioppeti certificati. Alle visite ha preso parte pure Maria Cristina D’Orlando, vice presidente di Pefc Italia la quale ha sottolineato come la Regione Friuli Venezia Giulia sia stata tra i soci fondatori dell’Associazione Pefc Italia che, nel 2001, ha permesso l’introduzione nella Penisola del sistema internazionale di certificazione Pefc della Gsp.

«La nostra Regione ha sempre creduto, come noi, nella certificazione di sostenibilità – ha detto Marco Cucchini, presidente della Federazione regionale dei pioppicoltori del Friuli Venezia Giulia (aderente a Confagricoltura), in rappresentanza dei circa 300 soci -. E la sostenibilità è diventata il punto cardine da applicare nell’impianto e coltivazione dei pioppeti anche utilizzando le sovvenzioni del Psr. Grazie anche alla rintracciabilità di filiera, la pioppicoltura regionale certificata è passata, in 15 anni, dai poco più dei 1.000 ettari investiti, agli attuali 4.200 ettari: l’intera produzione del Friuli VG».

«La gran parte dei pioppeti regionali sono certificati e verificati secondo lo schema di Pefc Italia – aggiunge D’Orlando -. Uno schema in continuo aggiornamento che tende un occhio alle esigenze dei portatori d’interesse e un altro alle nuove direttive europee contenute nel Green Deal. Dopo molti anni di sperimentazione, a esempio, si stanno testando e introducendo pian piano, i nuovi cloni (una ventina) resistenti al vento (grazie a un maggior sviluppo dell’apparato radicale e una superiore flessibilità del fusto), alle fitopatie (MSA) e, dunque, coltivabili senza l’ausilio del già limitato numero di prodotti chimici utilizzati attualmente».

«Nata come attività produttiva al servizio delle cartiere – conclude Cucchini – oggi la pioppicoltura viene rivalutata grazie all’enorme quantità di anidride carbonica assorbita (fino a 25 t ha-1anno-1) e serve soprattutto l’industria della prima lavorazione del settore legno-arredo (compensato). Il pioppo friulano è molto richiesto (qualcuno dice che è il migliore al mondo) poiché il suo legno ha un bel colore bianco ed è leggerissimo. Purtroppo però segnaliamo che la filiera della trasformazione è sbilanciata a nostro sfavore in quanto non ci sono industrie di prima trasformazione operative sul territorio regionale».

Tutti i numeri della pioppicoltura

La produzione di legno di pioppo ha particolare rilevanza nel sistema legno e nel comparto legno-arredo nazionale, il quale conta 2.500 imprese, con 400 mila addetti e un giro d’affari di 32 miliardi di euro. In Italia, praticano la pioppicoltura oltre 10 mila imprese agricole su più di 46.000 ettari. La certificazione della Gsp coinvolge circa il 15 per cento della pioppicoltura specializzata.

Secondo le esigenze del comparto industriale, a fronte di una domanda annua di legno di pioppo di oltre due milioni di metri cubi, la disponibilità interna non raggiunge un milione di metri cubi. Questo deficit, che determina consistenti importazioni di legno tondo e semilavorato dagli altri Paesi europei, potrebbe essere colmato con un incremento delle superfici pioppicole fino a circa 115.000 ettari.

L’importanza della pioppicoltura quale fonte primaria di approvvigionamento di legname Made in Italy per l’industria, a fronte di una superficie minima rispetto a quella occupata dalle foreste di origine naturale, è stata evidenziata nell’Intesa per lo sviluppo della filiera del Pioppo firmata il 29 gennaio 2014 a Venezia da: Regione Friuli Venezia Giulia, Area risorse agricole e forestali; Regione Lombardia; Regione Piemonte; Regione Veneto; Regione Emilia-Romagna; Confagricoltura; Coldiretti; Confederazione Italiana Agricoltori; Assocarta; Associazione Pioppicoltori Italiani; FederLegnoArredo; CREA-Centro di ricerca Foreste e Legno.

In apertura foto di Angeles Balaguer da Pixabay.

Redazione

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